
Alla Polizia non è concesso circolare con automobili civetta con finte targhe di altri Cantoni. Lo ha deciso negli scorsi giorni il Tribunale federale (TF), chiamato a esprimersi sul caso di un automobilista basilese che il 15 dicembre 2016 era stato pizzicato sull’A2 all’altezza di Pratteln da una veicolo 'in borghese' della Polizia cantonale e multato per il mancato rispetto della distanza di sicurezza.
L'automobile delle forze dell’ordine, però, aveva una finta targa solettese. L’automobilista fa leva proprio su questo appiglio e contesta la pena pecuniaria sospesa di 30 aliquote giornaliere da 50 franchi inflittagli nel gennaio 2018, ottenendo parzialmente ragione. Il 9 ottobre 2018 il Tribunale cantonale di Basilea Campagna riconosce infatti che la prassi adottata dalla polizia cantonale è “illegale” e per questo la pena pecuniaria inflitta all’automobilista viene ridotta a 15 aliquote giornaliere, ma nulla di più.
Della vicenda si interessa anche TeleBasel, che contatta la Polizia per delle spiegazioni. Le forze dell’ordine confermano che questa prassi viene adottata per non rendere riconoscibili le automobili civetta sulla base di una convenzione orale con la sezione delle circolazione solettese risalente al 2006 (convenzione che la Corte cantonale non ha ritenuto sufficiente, ndr). La sentenza che certifica l'illegalità di questa prassi, tuttavia, non cresce subito in giudicato in quanto l’automobilista si appella al TF per contestare la condanna.
Con sentenza dell’8 agosto pubblicata ieri la suprema Corte federale conferma quanto stabilito dall'istanza inferiore, pena pecuniaria compresa: l’infrazione, infatti, c’e stata indipendentemente dalla 'targa della discordia'. Insomma, la pena pecuniaria resta, la bacchettata alla Polizia pure....
(Sentenza 6B_477/2019 dell’8 agosto 2019)
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