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Pfister "aperto" a nuovi ordini di armi USA per cercare di ridurre i dazi
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Tutti gli aggiornamenti sulle tariffe del 39% decise dal presidente statunitense Donald Trump nei confronti della Svizzera nel live di Ticinonews.
2 giorni fa
Berna-Washington, "Ermotti potrebbe dare una mano al Consiglio federale"
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L'imprenditore svizzero Jürg Stäubli, che ha trattato direttamente con Trump negli anni '90, analizza i negoziati sui dazi fra Svizzera e Stati Uniti: "Il Presidente USA rispetta solo interlocutori forti e bisogna fargli promesse". La fiducia nell’amministrazione federale non manca: "Helene Budliger più riuscirci, ma deve essere affiancata da una una personalità forte come il CEO di UBS".

Dopo lo shock per i dazi al 39% e il viaggio "a vuoto" di Guy Parmelin e Karin Keller-Sutter, è tempo di leccarsi le ferite. Chi avrebbe dovuto mandare la Svizzera a trattare con Trump? Il 67enne Jürg Stäubli, intervistato dal Blick, conosce bene la situazione. Perché lui con il Presidente degli Stati Uniti ci ha trattato direttamente negli anni '90 per una negoziazione a nome di banche svizzere.

L’incontro verteva su come Trump dovesse ristrutturare i suoi debiti, scriveva all’epoca La Tribune de Genève. Dopo averli fatti attendere, Trump arrivò per presentare il suo piano di risanamento. Secondo il giornale, dovette fare concessioni e rinunciare, tra le altre cose, a una parte del suo stipendio.

Accarezzare l’ego

All'epoca Stäubli aveva subito capito che Trump è un negoziatore puro e che "rispetta solo interlocutori forti, verso i quali nutre - idealmente - una certa ammirazione e di conseguenza rispetto. Come accade, per esempio, con Vladimir Putin". Nel caso della Svizzera, prosegue Stäubli, la particolarità sta nel fatto che non conviene trattare con lui da pari a pari, "poiché ha un ego smisurato, bisogna accarezzarlo".

Psicologia della negoziazione

"Il giusto profilo di un negoziatore con Trump - spiega Stäubli - è quello di una persona ferma, ma senza atteggiarsi a maestrino. Trump vuole vincere, quindi bisogna fargli promesse. Per esempio, l’acquisto di petrolio e gas americani per un periodo prolungato. Una volta che non sarà più alla Casa Bianca, l’accordo potrà essere rivisto".

La presenza di Ermotti potrebbe fare la differenza

Nonostante tutto, Stäubli mantiene fiducia nell’amministrazione federale: "Credo davvero che la nostra segretaria di Stato Helene Budliger possa riuscire, grazie alle sue competenze. Ma solo se può agire e se sarà affiancata da una personalità che Trump rispetta, come ad esempio Sergio Ermotti, CEO di UBS".

2 giorni fa
Le aziende farmaceutiche non prevedono tagli al personale in Svizzera
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Roche ha investito 50 miliardi di dollari negli USA: "Nessun impatto sui dipendenti in Svizzera". Analoga la posizione di Novartis che in futuro intende produrre il 100% dei suoi farmaci più importanti interamente negli States.

Gli investimenti aggiuntivi negli Stati Uniti non comporteranno una riduzione dei posti di lavoro in Svizzera. È quanto affermato dal colosso farmaceutico Roche, che prevede un numero di dipendenti stabile nell'anno in corso. Analoga la posizione di Novartis.

Investiti 50 miliardi di dollari negli USA

"Con il nostro recente investimento di 50 miliardi di dollari (40,4 miliardi di franchi al cambio attuale) negli Stati Uniti, ribadiamo il nostro impegno a favore del sistema sanitario e dei pazienti in questa regione", ha indicato l'azienda basilese all'agenzia Keystone-ATS.

"Nessun impatto sui dipendenti in Svizzera"

Reagendo a un articolo odierno della NZZ am Sonntag sull'ampliamento delle capacità negli Stati Uniti, Roche ha aggiunto che per ora non prevede alcun impatto degli investimenti sui dipendenti in Svizzera e in altri paesi. "Abbiamo investito miliardi di franchi nelle nostre attività in Svizzera e in Europa e continueremo a farlo".

Novartis pensa a spostare la produzione negli States

Il domenicale zurighese menziona anche l'altro grande gruppo farmaceutico elvetico, Novartis, sostenendo che intende produrre in futuro il 100% dei suoi farmaci più importanti interamente negli Stati Uniti. Secondo il giornale, anche per Novartis gli investimenti negli Stati Uniti non avranno alcun impatto sugli stabilimenti di produzione al di fuori dell'America.

Il Consiglio federale incontrerà i vertici del settore farmaceutico

Il futuro dell'industria farmaceutica svizzera è ormai al centro dell'attenzione anche del mondo politico. Secondo il SonntagsBlick, la ministra della sanità Elisabeth Baume-Schneider e quello dell'economia Guy Parmelin stanno pianificando un incontro con i vertici delle aziende del settore e stanno cercando una data. "I dipartimenti interessati hanno scambi regolari con tutti i settori economici, compreso quello farmaceutico. Anche attualmente sono previste discussioni", ha indicato oggi a Keystone-ATS il Dipartimento federale dell'interno, diretto da Baume-Schneider.

2 giorni fa
Pfister "aperto" a nuovi ordini di armi USA per cercare di ridurre i dazi
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Per il ministro della difesa "bisogna però dapprima trovare un modo per discutere con gli americani" per portare avanti la questione in modo globale. Il contratto per l'acquisto dei caccia F-35 non sarà rimesso in discussione.

Il Consigliere federale Martin Pfister si è detto "aperto" alla possibilità di effettuare nuovi ordini di armi agli Stati Uniti per cercare di ridurre i dazi doganali del 39% decisi dal presidente americano Donald Trump nei confronti della Svizzera. Lo ha dichiarato oggi a Keystone-ATS a margine della Festa federale di tiro della gioventù, in corso a Saint-Triphon (VD).

"Gli acquisti militari sono importanti per le relazioni con gli USA"

"Gli acquisti militari sono importanti per le relazioni con gli Stati Uniti", ha puntualizzato il ministro della difesa. "Bisogna però dapprima trovare un modo per discutere con gli americani" per portare avanti la questione in modo globale.

L'acquisto dei caccia F-35 non è in discussione

Lo zughese ha anche ricordato che il Consiglio federale "ha scelto di non rimettere in discussione il contratto per l'acquisto dei caccia F-35. Resta da risolvere la questione del prezzo fisso", ha concluso il capo del Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS).

3 giorni fa
Pilatus: "Negoziare un'esenzione dai dazi con gli Usa"
Secondo il presidente del consiglio di amministrazione, Hansueli Loosli, "solo in questo modo potremo tornare ad essere competitivi rispetto ai nostri concorrenti".

È probabile che l'Ue e il Regno Unito ottengano una deroga dai dazi americani. È quanto affermato da Hansueli Loosli, presidente del consiglio di amministrazione (Cda) di Pilatus - noto costruttore di aerei con sede a Stans (NW) -, che chiede alla politica di negoziare rapidamente un'esenzione doganale per l'aviazione civile svizzera. Secondo Loosli, che si è espresso dalle colonne della "Schweiz am Wochenende", questo aspetto deve ora essere regolato nell'ambito di un possibile accordo tra la Svizzera e gli Stati Uniti. Solo in questo modo, ha spiegato, potremo tornare ad essere competitivi rispetto ai nostri concorrenti.

Stop temporaneo alle esportazioni negli Usa

Il contesto, come è noto, è quello dei dazi statunitensi aggiuntivi al 39% sulle esportazioni svizzere verso gli Stati Uniti, in vigore da giovedì. Queste tariffe colpiscono "molto duramente" l'azienda, ha affermato Loosli. Simili costi, a parere del presidente del Cda, non possono essere ribaltati completamente sui clienti, né compensati con aumenti di produttività. Per questo, già ieri Pilatus ha deciso uno stop temporaneo alle sue esportazioni negli Usa al fine di negoziare con i rivenditori e i clienti la ripartizione dei costi addizionali.

"Non prevediamo di dover ricorrere agli aiuti"

Nonostante le difficoltà, Loosli non fa l'occhiolino a eventuali aiuti statali di emergenza: "Non prevediamo di dover ricorrere agli aiuti statali o cantonali", ha sottolineato. Anche se Pilatus guadagnerà di meno, "faremo tutto il possibile per adattarci alle nuove circostanze, rimanere flessibili e non gravare sulle casse pubbliche". Vista la situazione, Nidvaldo aveva segnalato la possibilità di aiutare il principale datore di lavoro del cantone in caso di emergenza. Secondo Loosli, non sono previsti tagli all'organico a breve termine nella sede centrale di Stans. Tuttavia, se la crisi dovesse protrarsi, potrebbero rendersi necessari il ricorso al lavoro ridotto o adeguamenti dell'organico attraverso il ricambio naturale. Loosli spera che la politica riduca "il più rapidamente possibile" i dazi statunitensi, al fine di eliminare lo svantaggio competitivo.

3 giorni fa
Il deputato americano McGovern sostiene Berna. "I metodi di Trump? Mobbing"
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Secondo il democratico, le sovrattasse doganali imposte alla Confederazione sono controproducenti: "Tutto questo farà aumentare i prezzi anche negli Usa, dal cioccolato agli orologi ai medicinali".

Il copresidente del cosiddetto "Caucus degli amici della Svizzera al Congresso degli Stati Uniti", membro democratico della Camera dei rappresentanti per lo stato del Massachusetts, James McGovern, descrive i metodi del presidente statunitense Donald Trump come "mobbing". Ed Esprime la sua comprensione per la posizione elvetica. "Ho pensato che fosse una follia. Dal punto di vista degli Stati Uniti, le sovrattasse doganali imposte alla Svizzera (del 39%) sono controproducenti e danneggiano il nostro buon alleato", dice McGovern al quotidiano zurighese Blick in un'intervista pubblicata oggi. "Tutto questo farà aumentare i prezzi, anche negli Usa, dal cioccolato agli orologi ai medicinali". Fondamentalmente, aggiunge, "Donald Trump non capisce la bilancia commerciale. Ho anche la sensazione che si veda più come un padrone che come un presidente. Vorrebbe che ogni Paese del mondo si mettesse in ginocchio e facesse quello che vuole lui".

"Il tycoon è lento a imparare"

McGovern è convinto che, nel calcolare il deficit del suo Paese con la Svizzera, l'inquilino della Casa Bianca abbia preso in considerazione solo il commercio dei beni e non quello dei servizi. "Forse il Governo elvetico dovrebbe spiegare le realtà economiche all'amministrazione di Trump", consiglia il deputato democratico. Ma la Svizzera ha spiegato al presidente l'importanza del partenariato tra i due paesi. McGovern replica che il tycoon "è lento nell'imparare. Questi sovrapprezzi un giorno avranno un impatto reale sui consumatori americani. Allora ci sarà resistenza".

"Trump non pensa in modo logico"

Il 65enne raccomanda altresì alle autorità elvetiche di non esitare ad adulare Trump, che a suo avviso è sensibile a tale atteggiamento. "In ogni caso, non pensa in modo logico". L'eletto dice ancora di non avere la sfera di cristallo. "Posso solo dirvi che la Svizzera è un partner importante e che Trump sta facendo mobbing. Questo è il suo modo di fare". Il Caucus degli amici della Svizzera del Congresso degli USA è composto di una trentina di deputati statunitensi - democratici e repubblicani - ed è stato creato nel 2003.

4 giorni fa
L'oro forse non sarà tassato: commercianti sul chi vive
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La Casa Bianca prevede di emettere a breve un ordine esecutivo per fare chiarezza. La notizia d ieri di tariffe doganali sul metallo giallo aveva suscitato un'ondata di panico tra gli specialisti e sui mercati.

Alla fine, i tanto temuti dazi sulle esportazioni di oro negli Stati Uniti potrebbero non entrare mai in vigore. Dopo il panico generato ieri da notizie in tal senso, la Casa Bianca prevede di pubblicare nel prossimo futuro un decreto per fare chiarezza al riguardo. L'annuncio di un futuro decreto chiarificatore, reso noto ieri dall'agenzia AFP, fa seguito a un'informazione delle dogane americane che aveva suscitato un'ondata di panico tra gli specialisti e sui mercati. Un documento doganale datato 31 luglio, ma reso pubblico ieri, indicava che i lingotti d'oro da un chilo e quelli da 100 once sarebbero stati classificati come soggetti a dazi doganali. In realtà si tratterebbe di una "notizia falsa", ha precisato in seguito l'agenzia Bloomberg, basandosi su una dichiarazione di un funzionario statunitense che ha chiesto l'anonimato.

Su il prezzo

La Casa Bianca prevede di emettere a breve un ordine esecutivo per fare chiarezza. Nel frattempo, i timori di una tassazione sull'oro hanno fatto salire il prezzo del metallo giallo che ieri ha toccato un nuovo record a 3'534,10 dollari l'oncia (31,1 grammi), prima di scendere a 3'461,40 dollari dopo la precisazione. Per la Svizzera, e in particolare il Canton Ticino, centro nevralgico della raffinazione dell'oro, una tassazione su questo metallo rappresenterebbe un nuovo duro colpo, proprio nel momento in cui la Confederazione si è vista infliggere una - pesantissima - sovrattassa del 39% sui suoi prodotti in entrata negli Stati Uniti.Finora gli investitori hanno sempre dato per scontato che l'oro fosse esente, così come i prodotti farmaceutici, che invece sono minacciati da una sovrattassa separata. Sempre ieri, i produttori e commercianti svizzeri di metalli avevano espresso preoccupazione per una possibile tassazione. Una simile eventualità renderebbe l'esportazione di oro negli Stati Uniti economicamente non sostenibile.