
Il Tribunale distrettuale di Zurigo ha condannato Pierin Vincenz a tre anni e nove mesi di detenzione, da scontare. L’ex Ceo di Raiffeisen, che è stato riconosciuto colpevole in particolare di ripetuta appropriazione indebita, ripetuta amministrazione infedele e falsità in documenti, ha già annunciato il ricorso al Tribunale cantonale. La corte ha pure pronunciato una pena pecuniaria sospesa, con un periodo di prova di due anni, di 280 aliquote giornaliere da 3000 franchi e la restituzione di 300’000 franchi a Raiffeisen per le spese private addebitate all’istituto di credito. Vincenz ha già scontato 106 giorni in carcere preventivo. Il tribunale lo ha pure riconosciuto colpevole di truffa, tentata truffa e corruzione passiva.
Condannato anche Stocker
Beat Stocker, socio in affari dell’ex direttore di Raiffeisen ed ex direttore della dalla società di carte di credito Aduno (ora Viseca), è stato condannato a quattro anni di carcere, pure da scontare. Il tribunale zurighese gli ha pure inflitto una pena pecuniaria sospesa di 160 aliquote giornaliere da 3000 franchi. Vincenz e Stocker dovranno inoltre restituire 2,6 milioni di franchi (1,3 milioni ciascuno) a una società da loro danneggiata.
“Sentenza errata”
“La sentenza è sbagliata e ci sarà ricorso”, ha detto il legale di Vincenz, Lorenz Erni. Dal canto suo, l’ex direttore di Raiffeisen non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Vincenz e Stocker hanno realizzato profitti illegali milionari attraverso partecipazioni segrete che detenevano in quattro società poi rilevate dalla banca Raiffeisen e da Aduno. Vincenz ha inoltre accollato a Raiffeisen spese per visite in locali a luci rosse e viaggi privati. Nel corso del processo Vincenz si era detto cosciente del fatto che in vent’anni di carriera presso Raiffeisen può aver commesso errori, ma aveva assicurato di non aver mai fatto niente di proposito per danneggiare la banca per la quale lavorava. Proprio per questo chiedeva l’assoluzione.
Dura critica sulle spese in strip club
Il tribunale ha duramente criticato il modo in cui sono state contabilizzate le spese di Vincenz. Le numerose visite a strip club e cabaret non erano “nell’interesse di Raiffeisen”. Questo modo di intendere che tutte le uscite andassero contabilizzate come spese va “chiaramente troppo lontano”, ha detto il giudice. Ci sono limiti anche alla cura delle relazioni. Per il tribunale distrettuale, questo limite è di 1000 franchi per visita ad un ristorante, non di più. Inoltre Vincenz ha anche prenotato viaggi privati, ad esempio a Dubai (Emirati Arabi Uniti) o con il suo club di cucina a Maiorca (Spagna), come spese di lavoro. Da qui la condanna per ripetuta amministrazione infedele. Vincenz ha pure “voltato le spalle alla sua funzione” in occasione di un appuntamento in un costoso ristorante tramite l’app di incontri Tinder, che ha descritto come un “colloquio per una candidatura”, e per la ristrutturazione di una stanza d’albergo messa a soqquadro. Si è quindi reso colpevole anche di ripetuta appropriazione indebita.
Colpa considerevole
Vincenz ha dimostrato un alto grado di energia criminale in merito alle partecipazioni segrete. Nel complesso, la sua colpa è “considerevole”. Ha abusato della grande fiducia conferitagli dal suo ruolo. Tuttavia, bisogna dargli credito del fatto che nessun “cittadino comune” è stato danneggiato. Inoltre, Raiffeisen non disponeva di un adeguato meccanismo di controllo interno, ha detto il giudice.
Assolto da alcuni capi d’accusa
L’ex Ceo è stato assolto su diversi punti perché il pubblico ministero non ha potuto presentare alcuna prova valida, ha detto il giudice. Il procuratore aveva chiesto una pena detentiva di sei anni. Nel fissare la sanzione, il tribunale ha tenuto conto anche dell’intenso battage mediatico, che ha dato spazio anche ad atti segreti. Per questa ragione ha ridotto la pena detentiva di nove mesi.
Stocker: ricorso non ancora deciso
La corte ha condannato Stocker in parte per gli stessi reati, più precisamente per ripetuta amministrazione infedele, istigazione all’amministrazione infedele, truffa, tentata truffa, corruzione passiva, violazione del segreto commerciale e falsità in documenti. Stocker oggi ha ribadito la sua innocenza affermando di non essere assolutamente d’accordo con la sentenza. “È probabile che una seconda istanza esaminerà il verdetto”, ha detto il suo avvocato Andreas Blattmann a Keystone-ATS. Prima, però, si analizzerà la sentenza.
Gli altri coimputati
Dei cinque coimputati che avrebbero aiutato Vincenz e Stocker nelle loro transazioni illegali, tre sono stati condannati a pene pecuniarie sospese. Uno è stato assolto e un caso è stato archiviato a causa delle cattive condizioni di salute dell’imputato.
Ministero pubblico soddisfatto
Il procuratore Marc Jean-Richard-dit-Bressel è piuttosto soddisfatto dalla sentenza. La corte ha emesso un giudizio differenziato e critico. Nei punti essenziali gli argomenti dell’accusa sono stati accolti dal tribunale: la strategia del ministero pubblico in prima istanza si è dunque rivelata corretta. Non è ancora deciso se farà appello chiedendo un inasprimento della pena. In un primo tempo sarà valutata la sentenza scritta e il comportamento delle altre parti.
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