Consiglio Nazionale
Penuria di specialisti, "agevolare gli stranieri formati in Svizzera"
© CdT/Gabriele Putzu
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Keystone-ats
un anno fa
A tal proposito, il Consiglio nazionale ha accettato la revisione della legge sugli stranieri e la loro integrazione. Il dossier si sposta ora al Consiglio degli Stati.

Chiunque consegua un diploma svizzero di qualsiasi livello terziario in un settore con penuria di specialisti deve poter rimanere e lavorare nella Confederazione, anche se proveniente da uno Stato terzo. Lo ha stabilito oggi il Consiglio nazionale, accettando, per 135 voti a 51 (tre astensioni), la revisione della legge sugli stranieri e la loro integrazione. Il disegno governativo iniziale prevedeva questa possibilità solo per chi è in possesso di un titolo universitario.

Perché questa scelta

Il progetto del Consiglio federale deriva da una mozione approvata dal Parlamento, che domandava una deroga ai contingenti per la manodopera proveniente dai Paesi al di fuori dell'Ue e dell'Associazione europea di libero scambio (AELS). La modifica normativa strizza l'occhio agli interessi della piazza economica, trattenendo in Svizzera persone che di norma, essendosi formate nelle istituzioni accademiche elvetiche, sono già ben integrate. Per l'ammissione al mondo del lavoro, l'esecutivo intendeva esentare dai contingenti i cittadini di Stati terzi che hanno terminato gli studi (bachelor, master e dottorati) in un'università o in un Politecnico federale. Seguendo il parere della sua commissione preparatoria, il plenum ha però deciso di allargare il campo a tutto il livello d'istruzione terziario. L'agevolazione va estesa ai master of advanced studies, agli attestati professionali federali, ai diplomi federali e ai diplomi delle scuole specializzate superiori, ha snocciolato il relatore commissionale Marco Romano (Centro/TI). Inclusi anche i postdottorandi.

Contrari i democentristi

"Se fossero solo le università a offrire prospettive di impiego post laurea, si andrebbe a creare un discutibile svantaggio per gli altri percorsi di studi", ha sottolineato il deputato di Mendrisio. Contrari invece i parlamentari democentristi: "Oggi si conferma quello che diciamo da anni, ossia che stiamo subendo gli effetti di un'immigrazione di massa. E ora, al posto che promuoverne una di qualità, si vuole inserire un ulteriore incentivo", ha protestato Piero Marchesi (UDC/TI). Il Nazionale ha però seguito ampiamente la maggioranza su questo punto. La Camera del popolo ha poi ritoccato il disegno precisando che la deroga ai contingenti non si applica solo se l'attività lucrativa da esercitare riveste un elevato interesse scientifico o economico, bensì pure se si tratta di un impiego remunerato qualificato legato alla propria formazione. Il dossier si sposta ora al Consiglio degli Stati.

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