Svizzera
Pensione e tenore di vita, c'è chi ha paura di non farcela una volta smesso di lavorare
©Chiara Zocchetti
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Ats
2 ore fa
Stando a un sondaggio quattro svizzeri su dieci temono, una volta andati in pensione, di non riuscire a vivere come prima a livello finanziario.

Due quinti della popolazione attiva svizzera ha dubbi sulla propria capacità di mantenere il tenore di vita una volta raggiunta l'età del pensionamento. Questo pessimismo contrasta con una visione molto più ottimistica delle persone già in pensione, secondo uno studio realizzato su mandato di Swiss Life, assicuratore vita numero uno nella Confederazione e attore di primo piano nel campo delle casse pensioni, quello cioè della previdenza obbligatoria dei lavoratori. Solo il 42% delle persone in età lavorativa intervistate per l'indagine è fiducioso riguardo alla capacità di mantenere il proprio tenore di vita una volta in pensione. Una maggioranza del 55% ritiene che molto probabilmente non raggiungerà nessuno dei principali obiettivi finanziari che si era prefissato per la vita dopo l'uscita dal mercato del lavoro. Per ritrovare la fiducia sarebbero necessari numerosi cambiamenti. Secondo i dati raccolti nell'ambito del sondaggio, occorrerebbero una diminuzione del costo della vita (per il 41% dei sondati), una riduzione delle spese sanitarie dopo la pensione (38%) o un miglioramento dell'andamento dei salari (33%). Il pessimismo manifestato dalla popolazione attiva contrasta con l'opinione delle persone attualmente in pensione: il 71% di queste ultime dichiara di essere riuscito a mantenere il proprio tenore di vita anche dopo il pensionamento.

Metodologia

Lo studio è basato su un sondaggio e su dati dell'Ufficio federale di statistica (tra cui l'indagine sui redditi e sulle condizioni di vita e quella sul budget delle economie domestiche) e di altre fonti pubbliche come l'Ufficio statistico dell'UE, la Banca nazionale svizzera e la Segreteria di Stato dell'economia. Il sondaggio è stato realizzato in rete dall'istituto di ricerche di mercato ValueQuest in maggio. Ha riguardato 3539 persone di età compresa tra i 18 e gli 80 anni "linguisticamente assimilate della Svizzera tedesca, della Svizzera romanda e del Ticino". Il margine di errore dell'inchiesta, giudicata rappresentativa, è di 1,65 punti percentuali per il campione nel suo insieme (il valore cresce per i sottocampioni più piccoli), si legge nel rapporto pubblicato stamani. Il lavoro, disponibile in tedesco e francese, intitolato Panorama Previdenza Svizzera, "è uno degli studi sulla previdenza più completi del paese", afferma, citato in una nota, Andreas Christen, responsabile della ricerca in questo ambito presso Swiss Life.

Lieve peggioramento della situazione finanziaria

Lo studio propriamente non si limita alla previdenza per la vecchiaia, ma analizza vari aspetti della situazione finanziaria degli svizzeri. Tra i tipi di economie domestiche esaminati, le coppie in pensione sono le più soddisfatte dal punto di vista finanziario (72%; lo studio non indica né la dimensione del campione né il relativo margine d'errore); le famiglie monoparentali in età lavorativa sono invece quelle che lo sono meno (32%). Alla domanda sull'evoluzione della situazione finanziaria dell'economia domestica rispetto all'anno precedente, il 38% degli interrogati riporta un - per lo più lieve - peggioramento. Il 17% percepisce un miglioramento, mentre il 45% non nota alcun cambiamento. I principali motivi di peggioramento citati sono l'aumento dei premi della cassa malati (51%) e l'incremento dei costi dei beni di consumo e dei servizi (35%).

Solo uno su due investe

Il 62% della popolazione in età lavorativa riesce a mettere denaro da parte, una quota rimasta pressoché stabile negli ultimi dieci anni. Il 51% delle persone dichiara di possedere come patrimonio libero azioni, obbligazioni e/o fondi con classi d'investimento miste. A seconda della fascia di popolazione si evidenziano notevoli differenze: gli uomini (61%) possiedono più spesso investimenti finanziari rispetto alle donne (41%); lo stesso vale per le persone con un patrimonio più elevato o conoscenze finanziarie approfondite. "Complessivamente stimiamo che le persone tra i 18 e gli 80 anni in Svizzera abbiano investito in media il 17% del loro patrimonio (immobili esclusi) in azioni", indica Christen, sempre citato nel comunicato. Chi non investe menziona soprattutto la mancanza di conoscenze o di tempo (53%). Ulteriori motivi sono il patrimonio troppo esiguo o la mancanza di liquidità (44%) nonché la percezione che le azioni siano troppo rischiose (30%).

Conoscenze previdenziali limitate

Il 58% dell'intero campione giudica complessivamente buone le proprie conoscenze in materia di previdenza e investimenti. Tuttavia, solo il 17% ritiene che la scuola lo prepari sufficientemente su questi argomenti. Concetti come "sistema dei tre pilastri" e "AVS/primo pilastro" sono ben compresi rispettivamente dal 67% e dal 64% di tutti gli interrogati. Termini più specifici come "importo di coordinamento" (più spesso designato come "deduzione di coordinamento", 22%) o "aliquota di conversione" (31%) creano chiaramente maggiori difficoltà di comprensione.