Svizzera
Patrimoni russi, Berna dice “no” alla task force
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
2 anni fa
Secondo il Consiglio federale, il numero di segnalazioni e l'elevata quantità di beni congelati dimostrano che l'attuale sistema funziona

Il Consiglio federale non ritiene necessaria la creazione di una task force per localizzare, bloccare ed eventualmente confiscare i patrimoni degli oligarchi russi e bielorussi, come richiesto da una mozione del Partito socialista. L'alto numero di segnalazioni e l'elevata quantità di beni congelati dimostrano che l'attuale sistema funziona, afferma l'Esecutivo nella sua risposta in cui raccomanda di respingere la richiesta.

Svizzera pronta a intensificare la sua cooperazione con i partner internazionali
In Svizzera il coordinamento tra le autorità federali e le aziende private è ben consolidato ed efficiente. Le banche e i fornitori di servizi finanziari, ma anche le autorità, sono informati sull'attuazione delle sanzioni. La creazione di una task force non è quindi necessaria in questo momento, sottolinea il Consiglio federale pur riconoscendo che “l’attuazione delle sanzioni in relazione alla situazione in Ucraina pone sfide in parte nuove ai servizi federali coinvolti”. La Svizzera è pronta a continuare ed eventualmente a intensificare la sua cooperazione con i partner internazionali nell'attuazione delle sanzioni contro la Russia, assicura il governo. Attualmente è allo studio un possibile contributo della Confederazione alla task force multilaterale per lo scambio di informazioni e il coordinamento delle misure in relazione alle sanzioni contro gli oligarchi russi (”Repo“).

Previste ulteriori riunioni
Berna è stata invitata dalla Commissione europea a partecipare allo scambio tra gli Stati membri e altri paesi terzi nella “Freeze and Seize Task Force” per l’attuazione del congelamento dei beni. Finora si sono svolte tre riunioni a livello di esperti in materia e ne seguiranno altre. “La Commissione europea ha dichiarato esplicitamente di accogliere molto favorevolmente il contributo della Svizzera, Paese che contribuisce a rafforzare l’efficacia dell’applicazione delle sanzioni in tutta Europa”, conclude il Consiglio federale.

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