Economia
Parmelin: "Al WEF non tratterò con Trump su dazi e medicamenti"
©Gabriele Putzu
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Ats
19 ore fa
A Davos non vi saranno negoziati tra Svizzera e Usa, anche se il "ministro" dell'economia riconosce che “potremo comunque comunicargli che siamo pronti per il passo successivo, ovvero la conclusione di un accordo vincolante sui dazi doganali".

Al Forum economico mondiale di Davos (WEF) la Svizzera ufficiale non tratterà con il presidente americano Donald Trump di dazi e di prezzi dei farmaci. Lo afferma Guy Parmelin, Presidente della Confederazione per il 2026. "Trump utilizzerà il WEF come piattaforma per diffondere i suoi messaggi e incontrerà numerosi capi di stato", osserva il 66enne in un'intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung. "Probabilmente avremo anche modo di parlare. A Davos, però, non ci saranno negoziati tra gli Stati Uniti e la Svizzera. Possiamo comunque comunicargli che siamo pronti per il passo successivo, ovvero la conclusione di un accordo vincolante sui dazi doganali".

Gli accordi dei privati

Diverse aziende farmaceutiche hanno stipulato accordi con il governo statunitense, "ma ciò non ha nulla a che vedere con la dichiarazione d'intenti che la Svizzera ha firmato con gli Stati Uniti in novembre", sottolinea il "ministro" dell'economia. "Si tratta di due cose distinte. A questo si aggiunge il fatto che abbiamo negoziato un'aliquota doganale massima generale del 15%, che si applicherebbe anche ai prodotti farmaceutici. Attualmente, l'aliquota è pari allo zero per cento".

Farmaci più cari per gli svizzeri?

Intanto però - fanno presente i giornalisti del domenicale - il CEO di Roche Thomas Schinecker ha detto che gli svizzeri dovranno pagare di più per i farmaci, per compensare i prezzi in calo tariffario negli Usa. "La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider e io abbiamo istituito un gruppo di lavoro dedicato al settore farmaceutico, che inizierà presto la sua attività", replica l'intervistato. "Il suo obiettivo è migliorare le condizioni del nostro polo economico per l'industria". Allo stesso tempo, però, "i costi sanitari in Svizzera non dovrebbero aumentare ulteriormente. Potremmo, ad esempio, investire di più nella ricerca. Lo ammetto: è come cercare la quadratura del cerchio".