Berna
Pamini rilancia: "Diamo più voce ai cittadini con la mozione popolare"
Keystone-ats
2 ore fa
Una proposta trasversale in Parlamento vuole introdurre a livello federale uno strumento semplice ma incisivo per rafforzare la partecipazione dei cittadini.

Oltre al diritto di referendum e iniziativa popolare, in futuro potrebbe aggiungersi agli strumenti della democrazia diretta anche la mozione popolare. Un obiettivo propugnato con un postulato di Paolo Pamini (UDC/TI), che il Consiglio federale appoggia, sostenuto anche da altri interventi uguali di altri deputati (Verdi, Verdi liberali, Centro, Evangelici, Socialisti). La mozione popolare, strumento già in vigore in diversi Cantoni come ricorda Pamini (fra questi Neuchâtel, Friburgo, Soletta, Appenzello Esterno, per esempio), dovrebbe situarsi fra i diritti popolari noti, come il referendum obbligatorio/facoltativo e l'iniziativa popolare, e la petizione. Il vantaggio della mozione popolare a livello federale? Più incisiva della petizione, facilmente accessibile ma alla quale le camere federale possono anche non dare seguito, e i tradizionali diritti popolari.

Integrare le preoccupazioni dei cittadini

Per il deputato ticinese, la stabilità di una democrazia rappresentativa si fonda sulla sua capacità di integrare le preoccupazioni dei cittadini. Benché in Svizzera referendum e iniziativa popolare adempiano già a questo compito, vi sono significativi inconvenienti: la complessità e i costi. Si tratta quindi di strumenti appropriati per i gruppi solidi e ben organizzati. La mozione popolare occuperebbe una posizione intermedia fra referendum, iniziativa e la petizione: uno strumento accessibile, ma a anche sufficientemente esigente per assicurare la serietà delle richieste formulate, secondo il democentrista. L'istituzione di una mozione popolare persegue l'obiettivo di rafforzare l'interazione fra il sistema della democrazia rappresentativa e quello della democrazia diretta e di promuovere la compartecipazione democratica. Il nuovo strumento contribuirebbe a rafforzare la democrazia partecipativa, pur rimanendo integrato nei processi parlamentari esistenti, si dice convinto Pamini. Col suo postulato, il consigliere nazionale ticinese chiede quindi al Governo di esaminare il numero di firme necessario per depositare le mozioni popolari oppure i criteri supplementari per la loro ammissione, ad esempio un limite numerico di mozioni per sessione, le condizioni di ricevibilità e l'iter parlamentare da seguire, le implicazioni di carattere istituzionale e giuridico nonché i vantaggi e gli svantaggi di questo dispositivo sotto il profilo della democrazia.