
La consigliera federale Karin Keller-Sutter ha partecipato oggi a Lussemburgo all’incontro ministeriale dedicato in particolare alla nuova strategia della Commissione UE per la sicurezza interna dello spazio Schengen e alla lotta al terrorismo.
Per la prima volta dall’inizio della pandemia, l’incontro in Lussemburgo si è nuovamente svolto in presenza e ha permesso alla responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) anche di confrontarsi con i suoi omologhi di Slovenia, Austria e Grecia nel quadro di diversi incontri bilaterali. Una protezione più efficace e coordinata delle frontiere esterne nonché un potenziamento della cooperazione servono a migliorare la sicurezza e la libertà di movimento nello spazio Schengen, sottolinea una nota del DFGP.
Per la consigliera federale Keller-Sutter è chiaro che ottimizzare la cooperazione alle frontiere esterne dell’UE è nell’interesse della Svizzera. La Confederazione punta quindi a svolgere un ruolo attivo nella lotta al terrorismo e la criminalità organizzata. E a tal fine si intende potenziare la cooperazione di polizia e lo scambio di informazioni. Con Karl Nehammer, ministro degli interni austriaco, e Notis Mitarachis, ministro greco del settore dell’asilo e della migrazione, Karin Keller-Sutter ha discusso dei lavori relativi al nuovo pacchetto sulla migrazione e l’asilo nonché della tematica della migrazione secondaria. La consigliera federale ha ribadito che la Svizzera continuerà a impegnarsi per una soluzione europea e una ripartizione equa delle responsabilità tra gli Stati Schengen.
In questo contesto la responsabile del DFGP ha ricordato che l’anno scorso la Svizzera ha accolto 120 minori e 620 adulti bisognosi di protezione provenienti dai campi profughi in Grecia. Secondo Keller-Sutter, la Svizzera ha anche registrato in un breve lasso di tempo 3’000 domande d’asilo di rifugiati in transito. La destinazione di queste persone è la Germania, paese quest’ultimo che dallo scorso luglio ha registrato 17’000 domande di persone bisognose di protezione che erano già registrate in Grecia. Secondo l’accordo di Dublino, che anche la Svizzera ha firmato, il Paese in cui un richiedente l’asilo entra per la prima volta in Europa deve prendersene cura.
Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svizzera hanno quindi recentemente criticato la gestione dell’asilo della Grecia in una lettera alla Commissione europea. I sei firmatari hanno chiesto di esaminare la situazione sul terreno e ad Atene di porre fine alla crescente migrazione secondaria, cioè la partenza dei richiedenti l’asilo verso un altro paese. La Grecia ha respinto le accuse.
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