
E siamo a due. L’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici, Swissmedic, ha omologato anche il vaccino Moderna. La comunicazione è arrivata pochi minuti fa. Il prodotto, che come quello di Pfizer/BioNTech, si basa sulla tecnologia mRna, è molto atteso in Svizzera in particolare per due motivi: la sua conservazione è più semplice, a differenza di quello Pfizer/BioNTech può essere infatti conservato in un semplice congelatore, e la Confederazione ne ha opzionate molte più dosi, ben 7,5 milioni. Gli studi di omologazione hanno dimostrato un’elevata efficacia di 94% già 14 giorni dopo la seconda vaccinazione.
Poco dopo l’Europa
Dopo che Stati Uniti e Canada lo hanno approvato in procedura d’urgenza da tempo, questa settimana il vaccino Moderna ha ricevuto il via libera anche dall’Agenzia europea del farmaco. Swissmedic, che in questi mesi ha lavorato a stretto contatto con gli altri organi di autorizzazione, ha risposto quindi a stretto giro di posta. Come per la prima omologazione, anche questa è ordinaria. La differenza rispetto ad altri farmaci è stata solo nella procedura, rolling submission, che prevedeva di analizzare i dati man mano che erano disponibili e non solo dopo la pubblicazione definitiva.
“Non rinviare la seconda dose”
La vaccinazione consiste in due dosi somministrate per via intramuscolare a intervalli di 28 giorni da personale medico appositamente addestrato. Secondo gli studi clinici, le persone vaccinate sono protette in modo affidabile 14 giorni dopo la seconda dose. Sulla base dei dati attuali, Swissmedic raccomanda di rispettare l’intervallo di vaccinazione e di non rinviare la seconda dose, come indicato nell’informazione sul medicamento. Si raccomanda inoltre di non combinare tra loro vaccini diversi in quanto non si dispone di dati sull’intercambiabilità dei vaccini anti-COVID-19.
Rna messaggero
Come il vaccino Pfizer/BioNTech, che da lunedì viene somministrato anche in Ticino, anche quello Moderna si basa sulla tecnologia mRna, Rna messaggero. Entrambi contengono istruzioni per la produzione della proteina spike del Sars-Cov-2, che stimolano la reazione del sistema immunitario.
Prodotto in Vallese
A produrre il vaccino è l’azienda basilese Lonza, che ha firmato con Moderna un accordo lo scorso maggio, negli stabilimenti di Visp. Nelle scorse settimane l’azienda, che produce il preparato già negli Stati Uniti, ha ricevuto il via libera da Swissmedic per avviare i lavori anche in Vallese. La multinazionale ha investito a Visp centinaia di milioni di franchi per costruire nuove linee produttive, l’obiettivo è sfornare 300 milioni di dosi ogni anno, che serviranno a rifornire diversi mercati, tra cui quello europeo. Non è invece noto quale sia la capacità produttiva attuale.
Agli over 18
A differenza del vaccino Pfizer, attualmente omologato per i maggiori di 16 anni, quello moderna è autorizzato per i maggiori di 18 anni. Questa differenza è dovuta al campione di partecipanti alla Fase 3 della sperimentazione clinica. Se per il primo prodotto tra i volontari vi sono subito stati anche degli adolescenti, Moderna ha inizialmente testato il suo solo sui maggiorenni. È solo dal 10 dicembre che anche tremila ragazzi tra i 12 e i 18 anni sono stati inseriti nello studio. Questo fa in modo che per un’eventuale somminsitrazione ai minorenni si dovrà attendere i risultati e la loro analisi.
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