
Un ricercatore su quattro in Svizzera si sente regolarmente esaurito, mentre uno su cinque presenta sintomi depressivi. È il risultato di uno studio svolto dall'associazione actionuni pubblico oggi, a cui hanno preso parte oltre 2'500 dottorandi e postdottorandi. "I risultati sono allarmanti", osserva l'organo di coordinamento del corpo intermedio accademico in Svizzera. Oltre al 25% di casi di esaurimento e al 22% di casi di sintomi depressivi, il 18% dei partecipanti dichiara di aver già subìto intimidazioni, molestie o discriminazioni sul posto di lavoro.
Le cause
Il principale fattore di stress risulta essere l'incertezza riguardo al proprio futuro professionale. Secondo gli autori ciò è dovuto alla particolare struttura del sistema accademico svizzero, nel quale l'80% degli insegnanti e dei ricercatori lavorano con un contratto a tempo determinato. Le offerte psicologiche proposte dalle alte scuole riscuotono scarso successo: più della metà degli interrogati non le conosce o è scettico riguardo alla loro efficacia, indica lo studio. "Questa situazione mette in pericolo non solo la salute psichica delle persone, ma anche la qualità della ricerca e della formazione, due pilastri fondamentali della nostra società", avverte actionuni.
Lo studio
In una presa di posizione allegata al comunicato, l'associazione invita quindi Confederazione, Cantoni e università ad approntare misure per migliorare a lungo termine la salute mentale del corpo intermedio, le sue prospettive di carriera e la qualità della ricerca. Lo studio ha coinvolto nel corso dello scorso anno 2'518 membri di questo corpo, perlopiù dottorandi e postdottorandi, uomini e donne, appartenenti a tredici università, tra cui non figura però l'Università della Svizzera italiana (USI).
