
Una votazione popolare per decidere sullo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2038 in Svizzera non si adatterebbe ai tempi previsti dal Comitato olimpico internazionale (CIO) per una candidatura privilegiata. È l'opinione della presidente di Swiss Olympic Ruth Metzler-Arnold, riportata oggi da CH Media. Il CIO ha offerto alla Svizzera un periodo di circa tre anni e mezzo per intraprendere un dialogo privilegiato che permetterebbe a un'eventuale postulazione elvetica, a patto di rispettare tutti i requisiti, di essere approvata senza misurarsi con altri concorrenti. Si tratta della prima volta in cui una nazione si vede offrire un vantaggio simile. Tuttavia, "se il parlamento dicesse di voler cogliere questa opportunità, ma aprisse la strada a un referendum, rischieremmo di non avere nessuna candidatura", ammonisce Metzler-Arnold.
Decisione prevista in primavera 2027
La numero uno di Swiss Olympic fornisce anche le indicazioni temporali del progetto: a settembre 2024 il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) di istituire un gruppo di lavoro interdipartimentale (GLID) sotto la direzione dell'Ufficio federale dello sport per lavorare alla preparazione della candidatura, comprendendo membri di organi federali dei settori dei trasporti, della sicurezza, dell'ambiente e della cultura. Entro fine giugno 2026 il GLID dovrà quindi presentare una proposta, sotto forma di decisione di principio e programmatica, con i riferimenti temporali, finanziari e materiali necessari per il sostegno da parte della Confederazione. Nei sei mesi successivi toccherà quindi al Parlamento pronunciarsi, affinché la candidatura definitiva venga presentata a febbraio 2027 e approvata in aprile o maggio dello stesso anno. Questa fase potrebbe però portare a un referendum facoltativo. In tal caso, e qualsiasi fosse l'esito, "questa candidatura non sarebbe più possibile. Logicamente non si possono stravolgere i processi in vigore nel nostro paese", conclude l'ex consigliera federale. Le urne avevano già spento le speranze di ospitare i Giochi del 2026 a Sion (no a un credito cantonale di 100 milioni il 10 giugno 2018 da parte del 54% dei votanti) o nei Grigioni (respinto con il 60,1% il 12 febbraio 2017 un credito di 25 milioni di franchi per le spese legate alla candidatura retica).