
L'edilizia ha un nuovo contratto nazionale mantello, dopo delle trattative tutt'altro che semplici, conclusesi ieri a Zurigo. Impresari e sindacati si sono accordati per un contratto della durata di 6 anni, con nuove regolamentazioni sugli orari di lavoro e sui tempi di viaggio e garanzie in caso di rincaro. Ticinonews ha interpellato le due parti in causa: il giudizio è chiaroscuro.
Il bilancio: "tutti vincitori, tutti sconfitti" e "nessun trionfalismo"
"La soluzione lascia soddisfatti da una parte, un po' di amaro in bocca dall'altra": è il giudizio di Massimo Cereghetti, presidente della sezione ticinese della Società Svizzera Impresari Costruttori. "Doveva andare così, tutti vincitori, tutti sconfitti", spiega. Anche Giangiorgio Gargantini, segretario regionale Unia, non si sbilancia: "Nessun trionfalismo, ma ci sono sicuramente degli aspetti positivi. Ci sono anche dei cambiamenti a livello di orari di lavoro e flessibilità che adesso analizzeremo e discuteremo coi lavoratori prima di un avviso definitivo".
Potere d'acquisto e flessibilità
Lo stesso Gargantini è soddisfatto in particolare della clausola che garantisce il mantenimento del potere d'acquisto per la durata del contratto mantello: "è un aspetto positivo, era una delle nostre priorità visto anche quanto attraversato negli ultimi anni". Proprio su questo punto gli impresari specificano un aspetto: "fino a un certo punto abbiamo preso un rischio, dopo un certo punto, sia da parte nostra, sia da parte sindacale ci siamo accordati che se il rincaro dovesse superare il 2% ci troveremmo ancora", spiega Cereghetti. Un altro punto spinoso riguardava la flessibilità e l'ipotetico lavoro al sabato: anche in questo caso, spiegano le parti, si è trovata la soluzione più equilibrata. I lavoratori potranno accumulare ore per momenti di necessità. Le questioni saranno poi discusse a livello cantonale a partire da gennaio.
Il ruolo delle mobilitazioni
I sindacati hanno promesso di vigilare sulle future discussioni a livello cantonale, e la promessa è quella di lottare ancora, se necessario. Secondo Gargantini, le recenti mobilitazioni "sono state essenziali. Ogni volta che facciamo dei passi avanti come sindacato è perché i lavoratori si mobilitano. Dovremo essere capaci di chiudere queste discussioni e poi portare questa forza anche in altri settori". Cereghetti è di diverso avviso: "onestamente per me hanno contato poco. Nel contratto precedente c’era un accordo di pace nel lavoro. È stata una caduta di stile da parte dei sindacati e ne terremo conto".
