Edilizia
Nuovo contratto nazionale mantello, il bilancio è moderato
©Gabriele Putzu
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Redazione
10 ore fa
Impresari e sindacati hanno raggiunto un accordo dopo delle complicate trattative, che hanno visto anche delle mobilitazioni sindacali.

L'edilizia ha un nuovo contratto nazionale mantello, dopo delle trattative tutt'altro che semplici, conclusesi ieri a Zurigo. Impresari e sindacati si sono accordati per un contratto della durata di 6 anni, con nuove regolamentazioni sugli orari di lavoro e sui tempi di viaggio e garanzie in caso di rincaro. Ticinonews ha interpellato le due parti in causa: il giudizio è chiaroscuro. 

Il bilancio: "tutti vincitori, tutti sconfitti" e "nessun trionfalismo"

"La soluzione lascia soddisfatti da una parte, un po' di amaro in bocca dall'altra": è il giudizio di Massimo Cereghetti, presidente della sezione ticinese della Società Svizzera Impresari Costruttori. "Doveva andare così, tutti vincitori, tutti sconfitti", spiega. Anche Giangiorgio Gargantini, segretario regionale Unia, non si sbilancia: "Nessun trionfalismo, ma ci sono sicuramente degli aspetti positivi. Ci sono anche dei cambiamenti a livello di orari di lavoro e flessibilità che adesso analizzeremo e discuteremo coi lavoratori prima di un avviso definitivo".

Potere d'acquisto e flessibilità

Lo stesso Gargantini è soddisfatto in particolare della clausola che garantisce il mantenimento del potere d'acquisto per la durata del contratto mantello: "è un aspetto positivo, era una delle nostre priorità visto anche quanto attraversato negli ultimi anni". Proprio su questo punto gli impresari specificano un aspetto: "fino a un certo punto abbiamo preso un rischio, dopo un certo punto, sia da parte nostra, sia da parte sindacale ci siamo accordati che se il rincaro dovesse superare il 2% ci troveremmo ancora", spiega Cereghetti. Un altro punto spinoso riguardava la flessibilità e l'ipotetico lavoro al sabato: anche in questo caso, spiegano le parti, si è trovata la soluzione più equilibrata. I lavoratori potranno accumulare ore per momenti di necessità. Le questioni saranno poi discusse a livello cantonale a partire da gennaio. 

Il ruolo delle mobilitazioni

I sindacati hanno promesso di vigilare sulle future discussioni a livello cantonale, e la promessa è quella di lottare ancora, se necessario. Secondo Gargantini, le recenti mobilitazioni "sono state essenziali. Ogni volta che facciamo dei passi avanti come sindacato è perché i lavoratori si mobilitano. Dovremo essere capaci di chiudere queste discussioni e poi portare questa forza anche in altri settori". Cereghetti è di diverso avviso: "onestamente per me hanno contato poco. Nel contratto precedente c’era un accordo di pace nel lavoro. È stata una caduta di stile da parte dei sindacati e ne terremo conto".