
Secondo il "ministro" della difesa Martin Pfister, l'intrusione di droni russi nello spazio aereo della Polonia non ha per ora "alcuna conseguenza concreta" per la Svizzera. "Ciò dimostra tuttavia quanto sia fragile la situazione in Europa", afferma Pfister. La sicurezza dell'Europa è minacciata oltre i confini dell'Ucraina, afferma il consigliere federale in un'intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung.
"La difesa svizzera non sarebbe in grado di respingere tali droni"
Pfister definisce l'intrusione nello spazio aereo polacco una "violazione dell'integrità territoriale di uno Stato europeo". Le reazioni degli Stati europei dimostrano che essi prendono molto sul serio questa minaccia, aggiunge il consigliere federale. Infatti, con azioni di questo tipo aumenta il rischio di un'escalation. Secondo Pfister uno scenario identico per la Svizzera non è molto probabile, se non altro per la sua posizione geografica. Se ciò dovesse comunque verificarsi, la difesa aerea svizzera non sarebbe in grado, secondo lui, di respingere tali droni. Disponiamo certamente di sistemi di difesa aerea in grado di abbattere droni a breve distanza, ha dichiarato al domenicale, ma aspettiamo la consegna di sistemi a medio e lungo raggio. "È noto che il sistema Patriot, in particolare, sta subendo dei ritardi", precisa. A causa del sostegno fornito all'Ucraina, il Dipartimento della Difesa americano sta dando nuova priorità alla consegna dei sistemi Patriot, per cui la Svizzera dovrebbe ricevere solo le produzioni successive.
Il rischio "che la sicurezza svizzera sarà più minacciata di quanto possiamo immaginare"
Per quanto riguarda la Svizzera, il servizio di intelligence della Confederazione segnala da tempo che la minaccia è destinata ad aggravarsi, ricorda il capo del Ddps. "Esiste il rischio che nei prossimi cinque anni la sicurezza in Svizzera sia molto più minacciata di quanto possiamo immaginare oggi", dice. Per quanto concerne i droni, Pfister fa riferimento anche a una più stretta cooperazione con i Paesi vicini. I droni potrebbero essere combattuti in modo più efficace se fossero individuati tempestivamente e ben prima del confine nazionale, afferma il capo del DDPS. La cooperazione dovrebbe spingersi il più lontano possibile, ma solo fino al punto in cui la Svizzera può ancora decidere in modo autonomo l'utilizzo dei propri mezzi.