
Chi si aspettava un passo del Parlamento verso misure urgenti per contrastare l’impennata dei prezzi della benzina dovrà mettersi il cuore in pace. Durante l’odierna sessione straordinaria sul tema, il Consiglio nazionale ha in effetti respinto una serie di mozioni dell’UDC che chiedevano di introdurre sgravi a favore di popolazione ed economia.
Lo stesso argomento, con mozioni dal contenuto simile o in fotocopia, era già stato trattato lunedì dal Consiglio degli Stati. Anche in quell’occasione, la maggioranza dell’aula si era rifiutata di appoggiare le richieste di deduzioni fiscali e tagli delle tasse formulate dal campo democentrista.
“Provvedimenti immediati” con quattro mozioni
“Non bastano più le parole, servono provvedimenti immediati”, ha detto Walter Wobmann (UDC/SO). Molti svizzeri per risparmiare vanno a fare il pieno all’estero, dove invece sono state adottate diverse misure, ha aggiunto il solettese, depositario di due degli interventi parlamentari discussi oggi, perorando la causa degli automobilisti. “Come Parlamento abbiamo già dimostrato di saper reagire rapidamente ai problemi con soluzioni semplici”, lo ha spalleggiato Pierre-André Page (UDC/FR).
Nel concreto, sono state quattro le mozioni al centro del dibattito sul caro benzina presentate da deputati UDC, mentre il gruppo PLR ha optato per ritirare la propria. Esse chiedevano ad esempio l’introduzione temporanea di sgravi relativi all’imposta sugli oli minerali gravante i carburanti e i combustibili, una riduzione di almeno il 50% dell’obbligo di compensazione del CO2 e dell’IVA o l’incremento a 6000 franchi della deduzione delle spese professionali per il trasporto dal domicilio al luogo di lavoro.
Il dibattito, e l’invito a non cedere alla fretta
Il resto dell’aula, sia la sinistra sia i partiti borghesi, ha però fatto opposizione, in un dibattito in cui non sono mancate accuse, controaccuse e frecciate piccate. “Ci sono ben altri modi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie”, ha fatto notare Samira Marti (PS/BL). “Parlate di sostenere il ceto medio, ma le vostre proposte sono un assegno in bianco a colossi petroliferi come Tamoil e Shell”, ha insinuato rivolto ai banchi dell’UDC Samuel Bendahan (PS/VD). “Volete sovvenzionare chi gira col SUV”, ha rincarato la dose Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE).
“Lo Stato non deve intervenire sistematicamente sul mercato ogni volta che i prezzi fluttuano”, ha affermato Damien Cottier (PLR/NE), secondo cui “bisogna restare calmi e non cedere al panico”. “In Svizzera l’inflazione è più bassa che altrove”, ha poi evidenziato il neocastellano, rifiutando così i confronti con quanto fatto in materia dai Paesi vicini.
Anche il Consiglio federale ha invitato a non cedere alla fretta. “Siamo peraltro in un momento in cui il rincaro è sostenibile per l’economia”, ha sottolineato a nome del governo Ueli Maurer. Inoltre, “non abbiamo i mezzi per coprire ogni settore colpito dall’aumento dei prezzi”, ha indicato il ministro delle finanze, che ha riassunto: “Non ha senso modificare ora delle leggi in tutta fretta”.
All’interno della sessione straordinaria è stata pure trattata - e approvata per 102 voti a 84 - una mozione di Barbara Schaffner (PVL/ZH), che incarica l’esecutivo di istituire un sistema di mercato con il quale, in caso di penuria di elettricità, indire gare di appalto per l’ottenimento garantito di capacità dalla riduzione o dalla sconnessione dei carichi elettrici dalla rete. Le aziende potrebbero presentare delle offerte e quella economicamente più vantaggiosa verrebbe scelta. La mozione passa agli Stati.
La reazione dell’UDC: toni forti
L’UDC, tramite un comunicato stampa, ha definito il rifuto del Nazionale “un vero schiaffo per tutte le persone che lavorano duro nel nostro paese”. Secondo lo stesso partito, l’esplosione dei prezzi del carburante toccherebbe soprattutto le famiglie, la classe media, gli artigiani e gli abitanti delle regioni rurali, che sono particolarmente“dipendenti dalle auto”. Inoltre, secondo lo stesso comunicato, quello che è più “scioccante è che lo stato approfitta dell’esplosione dei prezzi attraverso le imposte: più di 90 centesimi per litro di carburante sono versati alla Confederazione”. In ragione dell’abbassamento dei prezzi della benzina già operato dai paesi vicini, l’UDC aveva chiesto un abbassamento delle tasse sui carburanti e degli aumenti alle deduzioni fiscali in favore dei pendolari.
In conclusione, i promotori delle iniziative accusano gli altri partiti di “fregarsene delle preoccupazioni della popolazione”, e definiscono “totalmente incomprensibile” il rifiuto dei cantoni rurali”. I principali responsabili di questa “decisione ostile ai cittadini” sarebbero centro e PLR, che avrebbero avuto la possibilità di dare sollievo alla popolazione svizzera ma non l’hanno fatto.
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