Svizzera
“No all’iniziativa contro gli esperimenti su animali”
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
4 anni fa
Per il Consiglio federale l’iniziativa popolare è “troppo radicale” e impedirebbe di beneficiarne di un gran numero di nuove terapie

L’iniziativa popolare “Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani” è troppo radicale e impedirebbe di beneficiare di un gran numero di nuove terapie mediche. Per questi motivi, il Consiglio federale, dopo il Parlamento, ne raccomanda la bocciatura, ricordando che la Svizzera dispone di una delle legislazioni più severe al mondo in questo ambito.

Chiede il divieto assoluto di sperimentare su animali
Il testo chiede un divieto assoluto della sperimentazione animale e della ricerca che coinvolge esseri umani. Lanciato nel 2017 da un gruppo di cittadini sangallesi e sostenuto da oltre 80 organizzazioni, vuole anche impedire l’importazione di prodotti che si basano sui questo tipo di test. Un esperimento è autorizzato soltanto se l’obiettivo non può essere raggiunto in altro modo e se l’utilità per la società giustifica la sofferenza inferta agli animali, ricorda il Governo in una nota, aggiungendo che i ricercatori possono impiegare unicamente il numero di animali strettamente necessario, badando di arrecare loro la minore sofferenza possibile.

“Ripercussione sullo sviluppo di farmaci”
Un divieto avrebbe ripercussioni ad esempio sullo sviluppo di nuovi farmaci, terapie e sostanze chimiche, ma anche sulla didattica scientifica e la ricerca fondamentale, poiché la sperimentazione animale non sarebbe consentita neppure in questi campi, prosegue l’Esecutivo. Si ridurrebbe inoltre anche la disponibilità di altri prodotti il cui sviluppo poggia in parte sulla sperimentazione animale, come i pacemaker o sostanze chimiche come i prodotti fitosanitari. In caso di “sì” popolare, non potrebbero inoltre più essere importati farmaci nuovi sviluppati all’estero con l’ausilio della sperimentazione animale, neppure se fossero più efficaci o avessero meno effetti collaterali dei farmaci già omologati, aggiunge il Governo, citando l’esempio dei vaccini anti influenzali, che ogni anno sono adattati alle mutazioni del virus. Sarebbe dunque possibile acquistare tali farmaci soltanto all’estero e a proprie spese o farsi curare fuori dei confini nazionali.

Svizzeri restii
Gli svizzeri si sono già pronunciati a più riprese sul tema, respingendo ogni volta le proposte in votazione. L’ultima risale al 1993. Secondo l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), nel 2020 in Svizzera sono stati utilizzati circa 556’000 animali a fini sperimentali, ovvero il 2,8% in meno rispetto al 2019. Il calo, dovuto in parte alle misure anti Covid-19, è comunque in corso dal 2015, con una diminuzione del numero di esperimenti del 18%.

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