
È stato respinto anche dal Tribunale Amministrativo Federale il ricorso presentato dal giornalista che aveva chiesto di poter avere accesso a dei documenti confidenziali americani relativi a uno studio Ruag sulla manutenzione degli aerei.
La richiesta del giornalista
Il ricorrente aveva inviato diverse domande nel dicembre 2018 al Dipartimento federale della difesa (Ddps). Un mese dopo, era tornato alla carica, chiedendo di poter visionare un documento del 2012 intitolato “Aircraft Support Optimisation Study”. La richiesta era stata affidata all'Ufficio federale dell'armamento (armasuisse), il quale aveva risposto che lo studio conteneva informazioni soggette alle direttive Itar (International Traffic in Arms Regulations) emesse dagli Stati Uniti per rispettare l'accordo di Wassenaar sulle esportazioni di armi convenzionali.
La risposta del Dipartimento di Stato americano
Contattato attraverso i canali diplomatici, il Dipartimento di Stato americano (DoS) aveva rifiutato di revocare le restrizioni di accesso. Aveva però accettato la proposta di armasuisse di preparare una sintesi dello studio per i media. Armasuisse aveva poi offerto questo documento di 28 pagine al ricorrente e ad altri due giornalisti interessati e li aveva invitati ad un incontro per fornire loro ulteriori spiegazioni.
Il ricorso
Mentre i suoi due colleghi avevano accettato la proposta, il ricorrente si era appellato all'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (Ifpdt). Quest'ultimo aveva chiesto che l'accesso fosse concesso visto che armasuisse non aveva stabilito un'eccezione al principio della trasparenza. Per finire però armasuisse aveva respinto la richiesta, dopo aver proposto senza successo che lo studio fosse declassificato dal DoS.
Un “no” anche dal Tribunale Amministrativo Federale
In una sentenza pubblicata oggi, il Taf respinge la richiesta del giornalista. La corte ricorda che l'amministrazione è soggetta al principio della trasparenza, ma l'accesso a certi documenti può essere rifiutato, in particolare quando gli interessi di politica estera della Svizzera o le relazioni internazionali possono essere compromessi. Il caso in questione è precisamente uno di questi, secondo i giudici di San Gallo. Gli Stati Uniti, come la Svizzera, hanno firmato l'accordo di Wassenaar, che mira a limitare la vendita di armi convenzionali. Le direttive Itar emesse da Washington per attuare questo impegno hanno anche lo scopo di impedire la diffusione di informazioni sulle armi di origine statunitense.
Le motivazioni
La pubblicazione dello studio senza rispettare le linee guida statunitensi metterebbe in pericolo le relazioni tra i due paesi, ha sottolineato armasuisse. Un'infrazione di questo tipo è punibile con una multa fino a 1 milione di dollari o 20 anni di prigione al massimo. Inoltre, sarebbe compromessa la credibilità degli impegni internazionali di Berna. Per il Taf, queste argomentazioni sono ammissibili. L'accordo di Wassenaar ha stabilito un regime obbligatorio di controllo delle esportazioni per i 42 stati firmatari. I dati contestati sono stati forniti dagli Usa alla Ruag solo ed esclusivamente allo scopo di preparare il suo studio. Inoltre, armasuisse si è ripetutamente rivolta al DoS per ottenere un declassamento. Alla fine, solo la sintesi ha ricevuto il via libera dagli americani. Questa posizione dimostra che Washington non avrebbe alcuna comprensione se lo studio venisse comunque divulgato alla stampa, conclude il Taf. La decisione del Taf non è definitiva e può essere contestata davanti al Tribunale federale.
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