Svizzera
Nel 2024 la Posta aumenterà i prezzi di lettere e pacchi
© CdT/Chiara Zocchetti
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Redazione
2 anni fa
Gli incrementi, viene spiegato, sono necessari da un lato a causa del persistente calo dei volumi delle lettere e delle operazioni allo sportello e, dall’altro, per via dell’attuale tasso di inflazione che ha determinato un incremento dei costi.

In accordo con il Sorvegliante dei prezzi, a partire dal 1º gennaio 2024 la Posta aumenterà i prezzi di lettere e pacchi. In futuro, le lettere della Posta A e B costeranno dieci centesimi in più e i pacchi Priority ed Economy aumenteranno di 1.50 franchi.

Le cause

Gli incrementi sono necessari, da un lato, a causa del persistente calo dei volumi delle lettere e delle operazioni allo sportello e, dall’altro, per via dell’attuale tasso di inflazione che ha determinato per la Posta un notevole incremento dei costi legati a energia, trasporti, materiale e salari. La Posta, però, viene specificato, trasferisce alla clientela solo una parte di questi costi supplementari. Nonostante le misure tariffarie, continuerà ad accollarsene una fetta consistente e a compensarli mediante misure di efficienza. Le misure tariffarie e quelle per incrementare l’efficienza sono, oltre alla crescita e alla sostenibilità, “pilastri importanti della strategia avviata dalla Posta all’inizio del 2021 con l’obiettivo di garantire il servizio pubblico a lungo termine e con mezzi propri”.

“Misure inevitabili”

Il volume delle lettere, in continuo calo, è diminuito nell’ultimo decennio di circa un terzo. Allo stesso tempo, la Posta deve servire sempre più economie domestiche. Ogni singola lettera, quindi, genera costi via via più elevati. Anche le operazioni allo sportello presso le filiali diminuiscono; solo nel 2022 il traffico dei pagamenti ha registrato una flessione del 15%. A tutto ciò si aggiunge l’inflazione elevata che si è tradotta in un considerevole aumento dei costi legati a carburante, energia, trasporto, materiale e salari, costi di cui l’azienda si farà carico nell’anno in corso. “I costi aggiuntivi dovuti al calo nel settore delle lettere e nelle operazioni allo sportello nonché al rincaro sono elevatissimi per la Posta. Non possiamo più continuare a sostenerli da soli, ecco perché queste misure tariffarie sono assolutamente necessarie”. Ha dichiarato il direttore generale Roberto Cirillo.

La Posta deve tirare ancora di più la cinghia

La composizione amichevole con il Sorvegliante dei prezzi rappresenta un compromesso: nel complesso gli aumenti delle tariffe sono “nettamente inferiori” rispetto al pacchetto di misure che la Posta aveva inizialmente presentato. “Le misure tariffarie non riusciranno a compensare interamente l’aumento dei costi e il futuro calo delle lettere e delle operazioni allo sportello. Per questo dovremo tirare ancora di più la cinghia”, sottolinea ancora Cirillo. In concreto, la Posta dovrà aumentare ulteriormente la propria efficienza, spingendosi oltre l’obiettivo di risparmio prefissato di 300 milioni di franchi entro il 2030. “Il nostro obiettivo primario è mantenere elevata la qualità dell’azienda in tutte le regioni del paese, nonostante le misure di efficienza”, prosegue il direttore. Solo lo scorso mese, la Commissione federale delle poste (PostCom) ha confermato che la Posta “ha superato ancora una volta le disposizioni relative al servizio universale in termini di qualità e raggiungibilità”.

“La Posta di domani”

In conclusione, l’aumento delle tariffe e le misure di efficienza sono due capisaldi della strategia “Posta di domani”, avviata nel 2021. Fondamentali per il futuro dell’azienda sono anche gli altri due pilastri . Con l’attuale strategia, la Posta intende mantenere la propria rilevanza per la popolazione e le imprese e garantire in Svizzera, anche in futuro, il servizio universale finanziandolo con mezzi propri.

Mantenere i posti di lavoro

Interrogata dall'agenzia Keystone-ATS, la portavoce Jacqueline Bühlmann, ha dichiarato che l'azienda si è prefissata quale obiettivo nella strategia denominata "Posta di domani" di mantenere gli impieghi almeno al livello attuale. "Calcoliamo che entro la fine del 2026 dovremo compensare pensionamenti e partenze volontarie con circa 11'000 nuovi posti di lavoro. Tali fluttuazioni naturali offrono una leva importante, ad esempio per poter occupare nuovamente in modo graduale i posti vacanti. "Vogliamo evitare per quanto possibile riduzioni di personale", ha aggiunto la portavoce.

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