
Dopo un calo dovuto al Covid-19, nel 2021 sono aumentati i controlli relativi alle misure di accompagnamento e sul lavoro nero. Il numero di casi di dumping salariale è leggermente diminuito rispetto all’anno precedente, mentre è aumentato quello dei casi sospetti di lavoro nero. Nel 2021 è stato raggiunto l’obiettivo minimo per i controlli sugli abusi salariali, scrive la Segreteria di Stato per l’economia (SECO) nel suo rapporto pubblicato oggi. Gli organi di controllo hanno esaminato 35’795 aziende e 138’642 persone per verificare il rispetto delle condizioni salariali e lavorative. Nel 2020, queste cifre erano rispettivamente 34’126 e 132’922. In totale, sono stati controllati il 6% dei datori di lavoro svizzeri, il 33% dei lavoratori distaccati e il 33% dei fornitori di servizi indipendenti.
Leggera diminuzione delle infrazioni
Nel 2021 il tasso di infrazioni è stato leggermente inferiore rispetto all’anno precedente, ma sempre ad un livello elevato. Nei settori coperti da un contratto collettivo di lavoro (CCL), il tasso di infrazione registrato dalle commissioni paritetiche per i lavoratori distaccati è rimasto invariato al 21%.
Dumping salariale diminuito del 2%
Nei settori senza CCL, le commissioni tripartite (CT) cantonali hanno rilevato un leggero calo dei casi di dumping salariale, passati dal 15% al 13%. In calo dal 12% al 10% anche le infrazioni commesse dai datori di lavoro svizzeri. Infine, per quanto riguarda i prestatori di servizi autonomi, il 6% dei 4’596 controlli effettuati ha portato al sospetto di indipendenza fittizia (nel 2020: 8% dei 4772 controlli). Secondo la SECO questi dati vanno comunque considerati con cautela e non sono rappresentativi della situazione generale del mercato del lavoro.
Alcuni cantoni sono “troppo tolleranti”
In un comunicato stampa, l’Unione sindacale svizzera (Uss) ha accolto con favore il fatto che la stragrande maggioranza delle imprese straniere si sia conformata alla richiesta di adeguare i salari considerati troppo bassi. Tuttavia, si rammarica del comportamento “inaccettabile” delle aziende svizzere: “oltre 700 pagano salari troppo bassi, ma solo circa 300 hanno corretto la situazione su richiesta dei Cantoni.” L’Uss ritiene inoltre che alcuni Cantoni non controllino abbastanza e siano troppo tolleranti: Berna, Friburgo, Vallese e Zugo ispezionano solo l’1% delle aziende. “Di questo passo, in Svizzera un’azienda viene ispezionata in media solo una volta ogni 100 anni. Questo problema va avanti da anni”. Eppure, secondo l’Uss, “dove ci sono controlli, le violazioni vengono spesso scoperte”. Il rapporto dimostra inoltre che “le misure di accompagnamento sono assolutamente necessarie per proteggere i salari in Svizzera”.
Lavoro nero: più controlli
Contrariamente ai controlli sul dumping, che si situano ancora sotto livello pre pandemico, quelli sul lavoro nero sono tornati nella media. L’anno scorso, nell’ambito della lotta al lavoro nero, sono state controllate 12’062 aziende e 34’208 persone, con un aumento rispettivamente del 17% e del 16%, secondo la SECO. I controlli si sono nuovamente concentrati sui settori dell’edilizia, degli alberghi e ristoranti e del commercio. Gli organi di controllo hanno riscontrato 13’268 casi sospetti (+24%) e ottenuto 3’261 (-2%) informazioni da parte di autorità speciali (ad esempio il fondo di compensazione AVS) in merito alle misure adottate o alle sanzioni imposte.
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