Tribunale federale
Maxi truffa con auto di lusso di nuovo davanti alla giustizia
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Keystone-ats
10 mesi fa
In una sentenza pubblicata oggi, il Tribunale federale ha accolto il ricorso del Ministero pubblico concernente l'archiviazione di diversi capi d'accusa, così come le qualificazioni degli atti e diversi altri punti. Ha per contro respinto un ricorso presentato dal commerciante d'auto. Come dinnanzi alle istanze precedenti, l'uomo chiedeva l'assoluzione.

La giustizia argoviese dovrà pronunciarsi nuovamente sulla maxi truffa orchestrata da un ex titolare di una società attiva nel commercio di auto di lusso. Il Tribunale federale (TF) ha ampiamente accolto il ricorso del Ministero pubblico. All'uomo era stata inflitta una pena detentiva di 5 anni e 3 mesi, nonché una pecuniaria con la condizionale per appropriazioni indebite e ripetuta truffa.

Amministrazione infedele, falsità in documenti, truffa e appropriazione indebita

Ex titolare della "SAR premium cars AG", con sede a Dintikon (AG), l'uomo gestiva un garage che a partire dal 2007 aveva iniziato a offrire in leasing auto di lusso a condizioni molto favorevoli. La società era così riuscita a guadagnarsi molti clienti, fra cui anche personaggi noti del mondo dello sport e della finanza. Nel giugno 2021, il commerciante d'auto - un cittadino svizzero di origini italiane, oggi 51enne - era stato riconosciuto colpevole di amministrazione infedele, falsità in documenti, truffa e appropriazione indebita.

3,4 milioni di franchi

Secondo l'accusa, la società SAR funzionava come una "catena di Sant'Antonio". I contratti leasing erano per la maggior parte gestiti da Fidis Finance (Suisse) SA, società che nel maggio 2011 chiese il sequestro di tutte le vetture ancora in possesso di SAR. L'inchiesta sul fallimento della società di Dintikon si è rivelata estremamente complessa e costosa: per poterne smaltire tutti i 676 procedimenti, nel 2011 il Cantone dovette stanziare 3,4 milioni di franchi serviti a ingaggiare un nuovo procuratore, due assistenti e un segretario. Gli atti dell'inchiesta riempiono 376 raccoglitori e l'atto d'accusa è lungo 355 pagine. In una sentenza pubblicata oggi, il Tribunale federale ha accolto il ricorso del Ministero pubblico concernente l'archiviazione di diversi capi d'accusa, così come le qualificazioni degli atti e diversi altri punti. Ha per contro respinto un ricorso presentato dal commerciante d'auto. Come dinnanzi alle istanze precedenti, l'uomo chiedeva l'assoluzione.