
Secondo Magdalena Martullo-Blocher la politica energetica svizzera non può ancora prescindere dal nucleare e, anzi, bisognerebbe costruire una nuova centrale atomica. Questo il contenuto di un’intervista al Blick che la deputata Udc e Presidente di Ems-Chemie - oltre che figlia dell’ex consigliere federale Christoph Blocher - ha rilasciato questa mattina. Secondo la Consigliera nazionale il fotovoltaico, l’energia idroelettrica o le importazioni di elettricità dall’UE non sono in grado di colmare il deficit di elettricità e sono forme di approvvigionamento che presentano tutte dei problemi, dalla stagionalità alla dipendenza dall’estero. A suo avviso bisogna dunque attendere l’implementazione di nuove tecnologie, come l’idrogeno e il geotermico, che necessitano di tempo per essere messe in funzione.
“Estendere la vita degli impianti di 10 anni”
Martullo-Blocher sostiene dunque che, nell’attesa, un’estensione di dieci anni nell’utilizzo delle centrali attuali sarebbe fattibile e chiede alla “ministra” del settore, Simonetta Sommaruga, di mettere a punto con i gestori degli impianti nucleari il modo di prolungare, in maniera sicura ed efficiente, la vita operativa di quelli esistenti. Il loro spegnimento nel 2035, sostiene infatti, sarebbe prematuro, e prolungarne la durata di vita avrebbe un costo ma “senz’altro inferiore rispetto ai problemi causati dalle interruzioni di corrente” che rischierebbero di paralizzare l’intero paese. La deputata ha poi chiesto, sempre a Sommaruga, di negoziare con l’Ue per capire se questa è veramente in grado di fornire l’energia necessaria. In caso contrario, afferma, sarebbe necessaria la costruzione di una centrale a gas come ripiego.
Il problema delle scorie e la sovranità popolare
A maggio del 2017, la popolazione svizzera aveva votato in favore della dismissione delle centrali nucleari e il divieto di costruzione di nuovi impianti oltre che la nuova strategia energetica della Confederazione. La proposta di Martullo-Blocher è dunque contraria alla sovranità popolare? La deputata ha riposto che l’iniziativa aveva promesso il mantenimento della piena alimentazione energetica dando alla popolazione “false speranze”. Per quanto riguarda le scorie nucleari invece, problema che sembra ancora senza soluzione, Martullo-Blocher ha affermato che sono in corso progetti esplorativi e che “forse gli scandinavi sarebbero pronti a rilevare i depositi”. Inoltre, forse le attuali riserve di uranio e plutonio basterebbero anche per alimentare la nuova centrale, anche se “bisogna osservare la questione da vicino”.
La reazione dei Verdi
Secondo i Verdi, che hanno reagito all’intervista con un tempestivo comunicato stampa, la proposta di Magdalena Martullo-Blocher è “un’assurdità” in quanto “da tempo abbiamo delle buone alternative e più a buon mercato”. Per il partito infatti “Una nuova centrale nucleare non contribuisce per niente a effettuare rapidamente la transizione energetica” in quanto “ci vorrebbero decenni prima che entri in funzione”. Inoltre “una centrale rappresenta un grosso rischio di sicurezza, senza parlare delle scorie per cui non si è ancora trovata una soluzione”. Infine, “i cittadini e le cittadine svizzere si sono pronunciati chiaramente contro la costruzione di una nuova centrale nucleare dicendo ‘sì’ alla Strategia energetica 2050”.
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