Svizzera
Macron in Svizzera. "Forse non lo sapete, ma siete già europei"
© Twitter André Simonazzi
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Keystone-ats
un anno fa
Oggi sono state firmate due dichiarazioni d'intenti. La prima sullo scambio di studenti, la seconda sulla collaborazione nella ricerca sui ghiacciai e i poli (criosfera). La visita di Macron proseguirà domani.

Il presidente francese Emmanuel Macron è giunto oggi a Berna per una visita di Stato di due giorni. È stato accolto all'aeroporto di Belp dal presidente della Confederazione Alain Berset. Nei vari discorsi , i due leader hanno più volte sottolineato i punti che accomunano Svizzera e Francia, come la storia, la cultura e la lingua. Al loro arrivo sulla Piazza federale a Berna, dove la pioggia di stamane ha lasciato il posto a un sole splendente, Macron e Berset, accompagnati dalle rispettive mogli Brigitte e Muriel, sono stati accolti al suono della Banda militare e dagli altri sei membri dal Consiglio federale. Dopo aver ascoltato l'inno francese, il Salmo svizzero e la "Marcia della bandiera", Macron e Berset hanno passato in rassegna le truppe militari presenti sul posto. Il presidente francese si è in seguito concesso un bagno di folla.

Berset: "La Svizzera ha un debito nei confronti della Francia"

Dopo gli onori militari sono iniziati i discorsi all'interno di Palazzo federale. Nel suo discorso ufficiale pronunciato alla presenza di Emmanuel Macron, infarcito di citazioni e riferimenti storici, il presidente della Confederazione Alain Berset ha detto che la Svizzera ha un debito politico nei confronti della Francia, un debito che risale al 1798. L'invasione del nostro Paese portò infatti due idee allora sconosciute: l'uguaglianza e la centralizzazione. Con l'Atto di mediazione del 1803 elaborato da Napoleone la Svizzera venne decretata come federale per natura. Vennero così poste le basi di uno stato federalista che sfociarono nella Costituzione del 1848, ha ricordato Berset. Svizzera e Francia condividono la stessa lingua e la stessa cultura. Alain Berset ha citato alcuni artisti svizzeri prestati "senza contropartita" alla Francia, come Alberto Giacometti, Le Corbusier, Arthur Honegger e Jean Tinguely. Tra i due Paesi esiste un vecchio legame d'amicizia, ha proseguito il consigliere federale raccontando un episodio della saga di Asterix.

L'esempio francese

Parlando dell'attualità, il presidente della Confederazione ha detto che "l'ora è grave", citando Blaise Cendrars, un altro artista attivo nei due Paesi che perse la mano destra combattendo per la Francia nella Prima guerra mondiale. "Il mondo, indebolito dalla pandemia, sanguina", ha sostenuto Berset evocando la guerra in Ucraina, la fuga della popolazione dal Nagorno-Karabakh, l'attacco terroristico contro Israele, la morte di migliaia di civili e il disastro umanitario a Gaza, nonché la forte crescita dell'antisemitismo e del razzismo. "Le soluzioni politiche esistono sicuramente", afferma il presidente della Confederazione. Il ripiegamento nazionale non è una di queste. Rivolto a Macron, Berset ha detto che "l'energia con la quale vi rifiutate categoricamente di accettare ciò che per altri è ineluttabile costituisce un esempio da seguire".

Macron ringrazia Berset

Emmanuel Macron ha iniziato il discorso ringraziando Alain Berset per la calorosa accoglienza. Si è poi riallacciato all'intervento del presidente della Confederazione, affermando anch'egli come il momento attuale è "grave e difficile" e che "la nostra Europa non può restare indifferente ai conflitti sul suo suolo e alla sua periferia". Ciò dimostra che non bisogna mai dare per scontato la pace e la democrazia. "Questi sono i valori che ci uniscono", ha affermato il presidente francese. Citando esplicitamente la conferenza di Lugano dello scorso anno, Macron ha detto che "la neutralità può andare di pari passo con la solidarietà nello sforzo collettivo per aiutare l'Ucraina".

L'UE ha bisogno della Svizzera e viceversa

Macron ha poi invitato a rafforzare "le dinamiche costruttive in tutti i campi", come l'ambiente, la salute e l'istruzione. È anche in questo contesto che occorre ridefinire le relazioni tra Berna e Bruxelles. "Poiché l'Unione europea ha bisogno della Svizzera e la Svizzera, lo credo profondamente, ha bisogno dell'Unione europea". Per Macron le relazioni tra la Confederazione e l'Ue sono a un punto di svolta. "Sono qui per portare un messaggio di fiducia e di azione", allo scopo di concludere i negoziati avviati ormai 15 anni fa. Più tardi in conferenza stampa, il presidente francese, ricordando i numerosi scambi che avvengono ogni giorno tra la Svizzera e l'UE, ha detto ai numerosi giornalisti che affollavano il Centro media di Palazzo federale: "forse non lo sapete, ma siete già europei". Per Macron "l'Europa è nei geni della Svizzera". "Quando si parla di difesa, di sicurezza, di migrazione, di cooperazione energetica, di ricerca e trasformazione tecnologica, i nostri destini sono gli stessi", ha sostenuto il presidente della Repubblica francese, che ha comunque detto di rispettare la decisione elvetica di non aderire all'Unione.

La più grande comunità di francesi all'estero

I "600 chilometri di frontiera" tra Francia e Svizzera "fondamentalmente solo una divisione amministrativa", ha poi sottolineato il presidente francese, ricordando che è in Svizzera che vive la più grande comunità di francesi all'estero. Sono 200 mila i francesi residenti nella Confederazione ai quali si aggiungono ogni giorno 200 mila frontalieri, ha aggiunto Macron, che ha parlato di "Paesi amici". Alludendo ai riferimenti storici citati da Berset, Macron ha menzionato il Trattato di Friburgo del 1516, che ha instaurato la "pace perpetua". È un accordo che ha portato quasi tre secoli di pace in Europa, dopo la battaglia di Marignano, ha ricordato il presidente francese. E proprio oggi "il presidente Berset e io stesso abbiamo voluto annunciare congiuntamente l'iniziativa franco-svizzera di iscrivere questo trattato nel registro della Memoria del Mondo dell'UNESCO", ha aggiunto.

Una visita di Stato di due giorni

Macron è in Svizzera per una visita di Stato di due giorni. Sul tavolo delle discussioni ci saranno le relazioni diplomatiche e importanti questioni bilaterali. Prima di Macron, solo altri quattro presidenti francesi si erano recati in Svizzera in visita: François Hollande nel 2015, Jacques Chirac nel 1998, François Mitterrand nel 1983 e Armand Fallières nel 1910. Da notare che oggi sono anche state firmate due dichiarazioni d'intenti. La prima sullo scambio di studenti, la seconda sulla collaborazione nella ricerca sui ghiacciai e i poli (criosfera). La visita di Macron proseguirà domani a Losanna dove, sempre accompagnato da Berset, visiterà la Fondazione Jean Monnet, che ospita gli archivi dell'omonimo pioniere dell'integrazione europea. Sempre nel capoluogo vodese, seguirà un incontro con gli studenti dell'Università di Losanna. Le delegazioni si sposteranno in seguito in treno a Ginevra, per visitare il CERN. Il decollo dell'aereo presidenziale da Cointrin destinazione Parigi è previsto per le 17.30.