
Per controllare il lupo, la disdetta della Convenzione di Berna non è necessaria. Un tale passo rappresenterebbe inoltre un segnale negativo nell'attuale contesto di perdita globale della biodiversità. A sostenerlo è il Consiglio federale, che ha preso oggi posizione su due atti parlamentari dal contenuto analogo: una mozione del consigliere nazionale Piero Marchesi (UDC/TI) e un'interpellanza del suo collega alla Camera del popolo Lorenzo Quadri (Lega/TI) depositate lo scorso mese di dicembre.
Le richieste
I due deputati ticinesi, sottolineando i gravi problemi posti dal lupo all'allevamento, sostengono che lo statuto del canide nel diritto elvetico vada modificato, rendendo la specie "protetta" e non "assolutamente protetta". Poiché tale passo non è possibile nell'ambito della Convenzione di Berna, chiedono che la Confederazione la disdica. La Convenzione di Berna, lo ricordiamo, mira a conservare la vita selvatica e i suoi biotopi. I suoi rappresentanti, riuniti il 29 novembre scorso a Strasburgo (Francia), hanno respinto la richiesta della Svizzera di far passare il lupo da specie "assolutamente protetta" a "protetta".
Distinzione non rilevante per la Confederazione
Il governo fa notare che la distinzione tra "assolutamente protetto" e "protetto" non si applica nella legislazione svizzera e non è quindi rilevante per la Confederazione. Ma soprattutto rileva che la Convenzione non ha impedito al parlamento di modificare, nell'ultima sessione, la Legge sulla caccia, consentendo l'abbattimento preventivo del lupo. Insomma, tra diritto elvetico e Convenzione di Berna vi è piena compatibilità: una disdetta non è affatto necessaria. L'esecutivo fa anche valere considerazioni più globali. "L'uscita dalla Convenzione rappresenterebbe un segnale negativo". Nell'attuale contesto di minaccia della diversità biologica, la Svizzera deve continuare a perseguirne gli obiettivi.