
Confederazione e Cantoni dovranno coordinarsi meglio in caso di future crisi sanitarie per proteggere la salute della popolazione dalle minacce rappresentate dalle malattie trasmissibili o dalle resistenze agli antibiotici. È quanto prevede la revisione della legge sulle epidemie (LEp) approvata oggi dal Consiglio federale e trasmessa tramite messaggio al Parlamento. La revisione tiene conto dei pareri espressi da numerosi attori nel corso della procedura di consultazione e dei risultati di diverse valutazioni svolte sulla gestione della pandemia di COVID-19, ha indicato in una conferenza stampa a Berna la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. In particolare è stata precisata la ripartizione delle competenze tra i vari livelli statali, senza introdurre un obbligo vaccinale. Secondo la ministra della sanità, durante la pandemia la LEp si è dimostrata nel complesso un valido strumento. È tuttavia necessario intervenire in alcuni ambiti per migliorare la prevenzione e la gestione delle crisi sanitarie future. "Il COVID-19 ci ha mostrato che non è possibile scongiurare il rischio di una pandemia", ha aggiunto la consigliera federale, che era accompagnata per l'occasione dal presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità, Lukas Engelberger, e dalla direttrice dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), Anne Lévy.
Chiarire ripartizione competenze
Il nuovo progetto, definito "ambizioso" da Baume-Schneider, chiarisce la ripartizione delle competenze tra Confederazione e Cantoni in caso di rischio specifico per la salute pubblica dovuto a una malattia trasmissibile. Li obbliga inoltre a prepararsi alle crisi sanitarie, in particolare predisponendo piani di gestione di crisi, tra cui il Piano pandemico nazionale, che fornisce una visione d'insieme delle misure con cui la Svizzera può prepararsi a una pandemia e gestirla. "Si eviteranno così confusioni", ha dichiarato Lukas Engelberger. D'ora in poi, prima di dichiarare una situazione particolare, il Consiglio federale dovrà consultare il Parlamento e i Cantoni, che rimangono i principali responsabili per imporre restrizioni, quali eventuali divieti di svolgere manifestazioni in caso di crisi, ha sottolineato la consigliera federale. Se si rivelerà necessario, la Confederazione avrà tuttavia la competenza di ordinare misure su scala nazionale, come l'obbligo di indossare la mascherina sui trasporti pubblici.
Facilitare vaccinazione, ma no obbligo
Il progetto prevede inoltre che i Cantoni facilitino l'accesso alla vaccinazione, in particolare nelle farmacie, senza introdurre un obbligo formale. La Confederazione potrà utilizzare i dati anonimizzati degli assicuratori malattie per elaborare e attuare provvedimenti di vaccinazione e verificarne l'efficacia, ha precisato Anne Lévy. Nella nuova LEp sarà pure integrata una parte della legge COVID-19, segnatamente per quanto riguarda gli aiuti finanziari all'economia quando subisce pesanti perdite indotte dai provvedimenti adottati nella situazione particolare o straordinaria.
Rafforzare la sorveglianza
Secondo il Governo, la pandemia di COVID-19 ha messo in luce l'importanza dei sistemi che consentono di valutare rapidamente la situazione epidemiologica e di predisporre tempestivamente provvedimenti adeguati. Il nuovo disciplinamento prevede pertanto la digitalizzazione, una migliore interconnessione e il rafforzamento dei sistemi e dei metodi di sorveglianza delle malattie trasmissibili, come il sistema nazionale di dichiarazione, il monitoraggio delle acque reflue e il sequenziamento genetico di alcuni agenti patogeni. Rafforzando i sistemi di sorveglianza a livello federale, si consentirà di identificare più rapidamente le nuove minacce e di valutare meglio l'impatto delle misure adottate dai Cantoni o dalla Confederazione, ha sottolineato ancora Baume-Schneider.
Assicurare materiale medico importante
Il materiale medico - come i vaccini, le mascherine igieniche e di protezione delle vie respiratorie, le siringhe o altri dispositivi di protezione - è essenziale per lottare contro le epidemie. In linea di principio l'approvvigionamento compete ai Cantoni e al settore privato, tuttavia la revisione precisa ed estende la competenza sussidiaria del Consiglio federale in materia. Secondo la ministra della sanità, il progetto prevede che il Consiglio federale possa far produrre direttamente materiale medico importante qualora le autorità cantonali o il settore privato non siano in grado di farlo. In caso di rischio specifico per la salute pubblica, le istituzioni sanitarie dovranno notificare le loro scorte di materiale medico importante e le capacità di posti letto ospedalieri, nonché costituire riserve, per esempio di mascherine. La revisione della legge prevede anche di ottimizzare il finanziamento dei vaccini, dei test e dei medicamenti acquistati dalla Confederazione semplificandone le regole e ampliandone le possibilità.
Lottare contro resistenze ad antibiotici
Il numero crescente di agenti patogeni resistenti agli antibiotici rappresenta un'ulteriore minaccia per la salute pubblica. La revisione della legge prevede quindi di introdurre nuove misure per lottare contro tali resistenze e prevenire le infezioni associate alle cure (infezioni nosocomiali), ha rilevato ancora Anne Lévy. La messa a disposizione di antibiotici verrà incoraggiata da incentivi finanziari per promuoverne lo sviluppo di nuovi e la ricerca in materia e garantirne la disponibilità in Svizzera. Sarà rafforzato anche l'approccio One Health, che si concentra sulle interazioni tra la salute umana, animale e vegetale e l'ambiente.