Salute
Lo stress che fa ammalare, dalle infiammazioni all’invecchiamento precoce
©CHIARA ZOCCHETTI
©CHIARA ZOCCHETTI
Redazione
6 mesi fa
Vari studi sottolineano l’impatto sulla salute psicologica e fisica. La risposta individuale agli stressor è determinata anche dal patrimonio genetico

In una società rapida e spesso molto richiedente come quella odierna è sovente sperimentare alti livelli di stress anche per periodi prolungati di tempo. Negli ultimi anni sono aumentati l’interesse, gli studi e la consapevolezza sull’impatto che lo stress ha sulla salute: se erano già noti gli impatti sulla salute mentale, ora sono emerse importanti correlazioni anche con quella fisica.

Lo stress porta a una serie di malattie

Si sa da tempo che lo stress favorisce lo sviluppo di depressione, ansia, disturbo dell’adattamento, disturbo da stress acuto e disturbo post-traumatico da stress, ma ora si è andati oltre. Ad esempio, spiega Nicola Schulz Bizzozero Crivelli, del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Psichiatria e del Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria dell’Università di Pisa, “sappiamo che qualsiasi stress può tendere ad aggravare o mantenere alcuni disturbi come il mal di testa o l’artrite reumatoide. In altre parole, lo stress aumenta la nostra suscettibilità a contrarre qualsiasi malattia, compreso il raffreddore. Ma è ben noto che accresca anche il rischio di avere un attacco di cuore. Quando siamo sotto stress, produciamo alti livelli di cortisolo, un ormone utile in caso di emergenza che prepara il corpo alla lotta o alla fuga. Oltre all’effetto positivo, a lungo andare però può danneggiare le cellule celebrali soprattutto nell’ippocampo, e in certi casi può arrivare persino ad arrestare la crescita”.

Stress, sistema immunitario e invecchiamento precoce

Lo stress, sia per brevissimi lassi di tempo, come la preparazione di un esame, o più lunghi, “provoca una disregolazione del sistema immunitario, rallentando la guarigione e rendendoci più suscettibili alla malattia”, continua Schulz. Infatti, interferisce con la capacità del corpo di inibire la produzione di citochine, che sono piccole molecole proteiche che fungono da messaggeri chimici e permettono alle cellule immunitarie di comunicare fra loro e che svolgono un ruolo importante nella mediazione infiammatoria e immunitari, mantenendo in equilibrio con la loro complessa rete gli effetti pro-infiammato­ri e antinfiammatori. “Lo stress cronico sembra compromettere questa capacità del corpo a rispondere ai segnali che stimolano il sistema immunitario e il risultato è l’infiammazione, la quale a sua volta, è un fattore di rischio per un’ampia gamma di problemi di salute e malattie come disturbi cardiovascolari, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi, l’artrite reumatoide e molti altri ancora”. Al contempo, diversi studi affermano che chi è sottoposto a stress nei primi anni di vita potrebbe avere un aumentato rischio di morte precoce, da cui si deduce che c’è una relazione anche con l’invecchiamento precoce, spiegabile con il ruolo dei telomeri (parti finali dei cromosomi): “Essi si accorciano con l’età e se diventano troppo corti, le cellule non funzioneranno correttamente e il rischio di malattia aumenterà. Lo stress, così come il consumo di bevande zuccherate, è in grado di ridurre la lunghezza dei telomeri”.

Chi ha più probabilità di essere stressato e ammalarsi? Tra esperienze, personalità e patrimonio genetico

La reazione ai cosiddetti stressor è individuale: un evento o una situazione che può apparire sfidante e mettere sotto pressione qualcuno potrebbe non fare lo stesso con altri. Si sa però che vi sono determinati pattern di personalità che sono più a rischio di sviluppare stress intenso. “Come ben noto, alcuni individui hanno una probabilità maggiore di sviluppare una serie di problemi a lungo termine in condizioni di stress rispetto ad altri. Per esempio, gli adolescenti con genitori depressi sono più sensibili ad eventi stressanti e sono più soggetti alla depressione dopo aver sperimentato un evento stressante nel corso della vita”, sostiene Schulz, che sottolinea anche l’importanza della resilienza, ovvero “l’abilità di affrontare situazioni dolorose e superare traumi, che va ben oltre semplice far fronte alle difficoltà quotidiane. È una sorta di capacità di riorganizzare in positivo la propria vita quando viene sconvolta da eventi importanti o che vengono intesi e vissuti da ciascun individuo come un trauma”. Essa ha legami con temperamento, abilità cognitiva e presenza e funzionamento di alcuni neurotrasmettitori, ma può essere allenata e aumentata. Una scarsa abilità di coping porta a essere maggiormente sottoposti allo stress.  Ma non conta solo la personalità, anzi.  “Un ruolo importante è giocato dal nostro patrimonio genetico che può rendere una persona più suscettibile allo stress. Numerosi studi sottolineano la forma particolare del gene 5HTTLPR che è legato alla facilità con cui le persone possono diventare depresse nell’affrontare lo stress nella vita. Un altro punto è dato dalla quantità di stress che alcuni individui possono sperimentare durante i primi anni di vita con la conseguenza di essere più vulnerabili agli stressor”.

Le strategie per contrastare le conseguenze dello stress

Cosa si può fare per cercare di minimizzare gli effetti dello stress su corpo e mente? “Regolare le emozioni e modificare le nostre abitudini, adottando uno stile di vita sano, assumendo un’alimentazione sana ed equilibrata, dormendo adeguatamente, oltre che mantenere relazioni sociali, vivere emozioni positive, fare meditazione, sport ed evitare situazioni stressanti per quanto sia possibile in una società frenetica come la nostra”, prosegue il professionista. Se si è consapevoli di poter avere a che fare con certi stressor che non possono essere evitati, ci si può preparare con un training da inoculazione dello stress (un intervento psicoterapeutico per far apprendere e gestire lo stress e le sue conseguenze disfunzionali). Utili sono anche tecniche di rilassamento come la respirazione diaframmatica.

Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, Laureando magistrale in Psicologia Clinica e Dinamica, è laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, Scienze e Tecniche Psicologiche, Scienze del Turismo e possiede un master in Criminologia. È assistente della celebre psichiatra italiana Donatella Marazziti e si occupa di prevenzione e ricerca presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Psichiatria e del Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria dell’Università di Pisa