
Il netto calo dell'inflazione registrato in Svizzera in aprile (0,0%, dopo il +0,3% di marzo), ha sorpreso gli esperti e ha fatto tornare d'attualità un tema che come noto fa paura, quello di una possibile deflazione. Ora gli sguardi sono tutti rivolti verso la Banca nazionale (BNS).
Una battuta d'arresto inaspettata
La crescita dei prezzi si è arrestata completamente, scrive Thomas Gitzel di VP Bank. "Non ci si aspettava una simile battuta d'arresto", ammette il capo economista dell'istituto. Secondo Claude Maurer, specialista dell'istituto di ricerca BAK Economics, la situazione attuale è frutto della combinazione del calo del costo del petrolio e dell'apprezzamento del franco. "Nel frattempo la pressione inflazionistica in Svizzera rimane bassa".
Verso tasso negativo nei prossimi mesi?
La maggior parte degli analisti ritiene che il tasso di inflazione potrebbe scendere in territorio negativo nei prossimi mesi: il persistente basso prezzo del greggio e la forza della valuta elvetica sono le ragioni principali che spingono verso un tale scenario. Non viene per contro prevista, perlomeno nel medio termine, una vera e propria deflazione, con dati negativi sul rincaro e un'economia in contrazione.
Cresce la pressione sulla BNS
È comunque chiaro che, con i dati attuali, la pressione sulla Banca nazionale svizzera stia crescendo. L'obiettivo dell'entità guidata da Martin Schlegel è quello di mantenere il tasso di inflazione in un corridoio tra lo 0,0% e il 2,0%. Non pochi esperti ipotizzano che la BNS abbasserà il tasso guida (oggi dello 0,25%) allo 0,0% nell'ambito del prossimo esame trimestrale della situazione economica e monetaria, in programma il 19 giugno. In questo modo potrebbe sottolineare anche ancora una volta che non ha paura a tornare a tassi d'interesse negativi. Per altri specialisti, come Maurer del BAK o Karsten Junius di Safra Sarasin, la bassa inflazione non è auspicata dalla BNS, ma non è nemmeno un dramma. "È chiaramente dovuta a sviluppi esterni", scrive Junius. Secondo gli economisti di VP Bank i tassi di interesse negativi sono a priori l'unica opzione della BNS nei prossimi tempi, anche se si tratta di "un'arma di ultima istanza". L'intervento sul mercato dei cambi è infatti rischioso a causa delle possibili sanzioni statunitensi, dato che in passato Washington ha già messo alla gogna la Svizzera per manipolazione di valuta.