
L’inchiesta giornalistica “Suisse Secrets”, che ha visto la partecipazione di 48 testate in tutto il mondo, sta riaccendendo il dibattito sulla legge svizzera sulle banche, che ha frenato i media elvetici dal partecipare alle indagini sulle attività del Credit Suisse. I giornalisti svizzeri rischiano infatti sanzioni qualora scrivessero o riportassero informazioni basate su dati rubati o trapelati illegalmente. Ora il dissenso nei confronti di questo bavaglio, che di fatto limita l’informazione, sta crescendo, con diversi esponenti politici che chiedono una revisione della legge.
L’articolo sotto la lente
Un informatore anonimo, ricordiamo, ha consegnato oltre un anno fa i dati relativi a 18mila conti bancari del Credit Suisse alla testa tedesca Süddeutsche Zeitung, che li ha condivisi con altre 47 testate giornalistiche di tutto il mondo. Materiale che è sfociato domenica nell’inchiesta giornalistica “Suisse Secrets”. La stampa elvetica, però, non ha partecipato in virtù dell’articolo 47 della legge federale sulle banche che punisce chi pubblica nomi di clienti ottenuti in seguito a una violazione del segreto bancario. Un articolo entrato in vigore nel 2015 quando con lo scambio automatico di informazioni il segreto bancario volgeva al termine dopo un periodo in cui la Svizzera era fortemente sotto pressione per furti di dati bancari, per esempio i CD venduti al fisco tedesco. Il PLR allora, tramite l’iniziativa “Punire severamente la vendita di dati bancari”, aveva chiesto di inasprire la legge, che ora finisce di nuovo sotto la lente.
Il PS chiede una revisione della legge
Il più determinato è il PS, che esige una regolamentazione che metta fine a questi dubbi affari delle banche elvetiche, eliminando l’articolo “museruola” incluso nella legge sulle banche. Esprimendosi davanti alla stampa all’indomani delle rivelazioni, il co-presidente e consigliere nazionale argoviese Cédric Wermuth ha affermato che in Svizzera le banche approfittano della mancanza di trasparenza e di una politica che distoglie lo sguardo. Se il paese non vuole subire ulteriori danni alla sua reputazione deve fare pulizia ora. Ma il Parlamento rema in tutt’altra direzione, ha enfatizzato Wermuth. Dal canto suo la consigliera nazionale Prisca Birrer-Heimo (PS/LU) ha chiesto che l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) possa infliggere sanzioni più severe. Samuel Bendahan, vicepresidente del PS e consigliere nazionale di Vaud, ha sottolineato che la corruzione e la mancanza di trasparenza nel settore bancario, così come la limitata libertà dei media, sono una vergogna. Si deve permettere ai media di fare il loro lavoro.
I Verdi hanno già presentato una mozione
Per i Verdi, le recenti rivelazioni mostrano che le banche svizzere continuano a fare affari con dittatori, autocrati e criminali. E sono protetti in questo dall’articolo 47 della legge sulle banche, voluto a suo tempo dal PLR. Con una mozione presentata oggi, il Partito ecologista chiede quindi una revisione immediata della legge. Inoltre, chiede che si renda pubblico il sostegno finanziario di Credit Suisse e delle altre grandi banche al PLR e ad altri gruppi parlamentari, nonché a singoli deputati. Nella mozione si chiede pure che lo scambio automatico di informazioni venga esteso ai paesi più poveri. Secondo i Verdi, gli “Suisse Secrets” mostrano la necessità di registri pubblici e di comunicare con trasparenza in quali paesi le grandi aziende abbiano realizzato i loro profitti.
Critiche anche da Report senza frontiere e Impressum
L’organizzazione Reporter senza frontiere dal canto suo in una nota rileva che la legge sulla violazione del segreto bancario da parte di terzi sulla base di dati ottenuti illegalmente contraddice sia la Costituzione federale che la Convenzione europea dei diritti umani. La giurisprudenza generale sulla libertà dei media considera inammissibile perseguire i giornalisti sulla base di una fonte illegale. Il Consiglio federale e il Parlamento devono quindi imperativamente rivedere la legge in questione. Reporter senza frontiere chiede alle autorità giudiziarie di dare prova di buon senso finché la revisione non sarà andata in porto. Anche per l’associazione sindacale dei giornalisti Impressum l’articolo della legge sulle banche viola sia la Costituzione federale che la Convenzione europea dei diritti umani.
Per il PLR immaginabile la revisione dell’articolo
Il PLR - chiamato in causa quale ideatore dell’articolo di legge contestato - ha dal canto suo dichiarato che lo stato di diritto deve essere applicato anche in caso di furto di dati. Lo scandalo “Suisse Secrets” prende anch’esso il via da un’azione illecita, la sottrazione illegale di informazioni e in linea di principio non bisognerebbe scrivere articoli in merito. Tuttavia, rileva il partito, una revisione dell’articolo di legge in questione potrebbe essere presa in considerazione, ad esempio introducendo un’eccezione alla responsabilità penale in caso di interesse pubblico prevalente.
La questione finisce all’attenzione della Commissione UE
Il Partito Popolare Europeo (PPE - centro destra), la maggior formazione politica in seno al Parlamento europeo, dal canto suo ha affermato che alla luce dell’inchiesta pubblicata in questi giorni, la Commissione UE dovrebbe considerare di inserire la Svizzera nella lista dei paesi ad alto rischio di riciclaggio di denaro in occasione della prossima revisione.
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