Viaggi
Le vacanze? Uno svizzero su due preferisce passarle in patria
© Shutterstock - Ticinonews
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Redazione
un anno fa
Uno svizzero su due non si dice desideroso di andare all’estero per le ferie. Lo mostra il barometro dei viaggi del TCS, da cui emerge comunque una gran voglia di vacanza. Evidenziato anche un grande divario generazionale su come ci si informa prima di partire.

Con l’arrivo della stagione estiva la voglia di viaggiare torna a farsi sentire. Proprio ieri il TCS ha pubblicato il suo barometro viaggi unitamente a un rilevamento periodico che interroga i cittadini sulle loro abitudini e sui loro viaggi. L’82% degli intervistati (su un totale di oltre 2'000) alla domanda se avessero viaggiato o meno durante il 2022 ha risposto di aver fatto un viaggio di almeno tre notti. Questa è infatti considerata la dose minima di vacanza per essere ritenuti vacanzieri. E in Svizzera, a quanto pare, lo siamo. Anche se ci accomuna la voglia di partire, ci sono però delle differenze sulla destinazione finale: alla domanda se preferissero andare in vacanza all’estero o meno, il 50% ha risposto di avere un minimo - se non alcun - desiderio di varcare i confini nazionali. Il 48% ha invece espresso l’ambizione di uscire dai confini svizzeri, mentre il 2% non è interessato o è indeciso sull’argomento.

Spostarsi, sempre più difficile?

Tuttavia, negli ultimi anni non è sicuramente passato inosservato il fatto che gli spostamenti sono spesso dettati da varie imposizioni o limitazioni, anche se il 71% degli intervistati ammette di non essere influenzato dalle notizie relative ai viaggi: l’importante è andare in vacanza. Ma, anche se minima, c’è comunque una porzione di popolazione che non riesce a evitare l’influenza delle notizie durante la pianificazione di un viaggio. A influire meno sulla scelta, stando ai dati, ci sono i consigli da parte di amici (solo il 5%) o le pubblicità.

Svizzeri amanti della patria

Come detto, la metà degli svizzeri preferisce trascorrere le proprie vacanze su suolo elvetico. Un dato che stupisce e di cui abbiamo parlato con Claudio Visentin, professore di storia del turismo all’USI. “Il movimento turistico in questo momento è intensissimo, c'è infatti stata una ripartenza durante questi primi mesi del 2023 veramente straordinaria”, spiega Visentin, precisando che è inevitabile che “qualcosa di questi anni difficili sia rimasto. Siamo passati dallo stare nuovamente sempre più vicini all’intraprendere qualche viaggio cauto, con una maggior inclinazione al turismo nazionale”. Atteggiamenti questi, sempre secondo il professore, “che sono l’eredità della pandemia, che pian piano si sta diluendo”. In questo momento, però, il problema principale “è sul lato dell'offerta: la domanda è vigorosa ed entusiasta”. A detta di Visentin, le compagnie turistiche fanno fatica a ripartire “perché mancano tantissimi impiegati e personale che durante la pandemia ha cambiato lavoro e sta facendo altro”. Sul fronte della domanda, lo ripetiamo, nessun problema: quel 50% molto probabilmente crescerà, “riaprendosi alle grandi mete internazionali”.

Questione costi

La Svizzera, è risaputo, non è proprio un Paese economico dove andare in vacanza e di questi tempi si guarda anche al portafoglio. “Si e no. Anche se della pandemia c’è chi sicuramente ne ha sofferto, c’è anche chi ha continuato ad avere un buon stipendio, senza però dover usare la macchina o dover spendere per altre spese in quanto si lavorava da casa: molte persone hanno avuto questo periodo di tempo per mettere da parte qualcosa per poter partire appena la situazione lo avesse permesso". Quindi "in realtà, non voglio contraddire, ma non credo che il denaro in questo momento sia il problema principale o che la tendenza di questa estate sia mete particolarmente economiche”.

Tanta voglia di viaggiare

Nel 2022, otto persone su dieci hanno fatto una vacanza almeno di 3 giorni, quindi si è tornati a viaggiare. “E lo si è fatto anche velocemente: nei giorni scorsi in tutti gli aeroporti c'erano delle congestioni terribili. Significa che si è tornati a viaggiare con molta energia, con molto vigore. Ci sono grandi progetti e ovviamente ognuno ha poi il suo accento particolare”. A titolo d’esempio, Visentin cita una popolare casa editrice di guide turistiche, la quale ha individuato cinque tendenze, alcune delle quali abbastanza ovvie, come il relax e l’enogastronomia, divenuta ormai una tendenza. Ad essere interessante c’è però il fatto che alcune parole chiave siano invece più recenti: “itinerari, scoperte e nuove connessioni con le persone; tendenza, quest’ultima, secondo me importante per l'estate che arriva, ovvero andare in un luogo per incontrare le persone che ci abitano e non solo quelle che si occupano di noi”.

Questione ambientale

Un altro dato significativo è quello delle preoccupazioni ambientali: nell'organizzazione di un viaggio non si fa più attenzione a tale questione. “Sono convinto che quello ambientale sia il vero problema: la pandemia ci ha profondamente distratto e in maniera estremamente rapida. La questione climatica tornerà a essere l'argomento principale, mentre la pandemia verrà dimenticata molto rapidamente. Si scontano due tendenze: la prima è che in questo momento c'è una grande liberazione di energie (è il primo anno totalmente normale) e c'è una gran voglia di fare vacanza e dimenticare gli anni passati". C'è quindi questa "grande spinta verso l’estero. Ma secondo me la questione ambientale tornerà presto. Non dimentichiamoci che qualche settimana fa, nel pieno della siccità, le risposte degli intervenuti sarebbero state diverse”, ha concluso Visentin.