
Le società con sede in Svizzera nel 2024 hanno rimpatriato dalle affiliate all'estero più fondi di quanti ve ne abbiano investiti: il rimpatrio netto è ammontato a 11 miliardi di franchi. Stando alle informazioni pubblicate oggi dalla Banca nazionale svizzera (BNS) le dismissioni sono riconducibili alle aziende finanziarie e holding a controllo estero, che hanno ritirato fondi da oltre frontiera per un ammontare di 52 miliardi di franchi, in conseguenza di ristrutturazioni di gruppi societari e liquidazioni di affiliate. Sono così proseguite le riduzioni di bilancio già osservate negli anni precedenti. Le imprese dell'industria e dei restanti comparti del terziario hanno invece effettuato investimenti netti all'estero per 41 miliardi di franchi. La maggior parte di questi è riconducibile alle banche, che hanno rafforzato la base patrimoniale delle ditte controllate.
Dove si è investito
Gli investimenti delle società residenti hanno prevalso sui disinvestimenti in Asia (8 miliardi), in America centrale e meridionale (6) e negli Stati Uniti (6). Gli investimenti in Europa si sono concentrati in Italia (7 miliardi) e nel Regno Unito (6), ma nell'insieme si sono ridotti di 35 miliardi di franchi. Le consistenze di investimenti diretti all'estero si sono attestate a 1'340 miliardi. A detenere lo stock di capitale più cospicuo, pari a 412 miliardi di franchi, erano le società finanziarie e holding, seguite dalle imprese del segmento chimica e materie plastiche (190 miliardi) e da quelle del commercio (187). Le imprese a controllo svizzero interpellate dalla Banca nazionale esercitavano un'influenza dominante su 21'300 affiliate non residenti, le quali impiegavano 2,5 milioni di persone generando un fatturato annuo pari a 868 miliardi di franchi, dati che sono in linea con quelli del 2023. Le imprese in questione sono importanti datrici di lavoro anche nella Confederazione: nel 2024 occupavano 561'000 dipendenti.
