
Il consigliere federale Martin Pfister ritiene che sia "un po' presto" per parlare della possibilità che truppe svizzere sorveglino un eventuale cessate il fuoco tra Ucraina e Russia. Parlando con alcuni giornalisti oggi a margine di un evento a Ginevra, si è inoltre detto "molto preoccupato" per i droni russi in Polonia e Romania. Prima di porsi la questione delle truppe svizzere ci deve essere un cessate il fuoco, ha precisato, aggiungendo che un'altra condizione è che entrambe le parti approvino un simile scenario.
Il tema della sicurezza
Celebrando tre centri internazionali con sede nella città sul Lemano, dedicati alla sicurezza e finanziati in parte da Berna, Pfister ha avvertito che "le sfide future non saranno più facili". "L'idea di sicurezza oggi è più vasta e complessa" che mai, ha affermato il "ministro" della difesa: essa richiede un approccio più generale di quello offerto dal Centro di politica di sicurezza (GCSP), dal Centro internazionale di sminamento umanitario (GICHD) e dal Centro per il controllo democratico delle Forze armate (DCAF).
Necessità di un'evoluzione
Dal canto suo il segretario di Stato agli affari esteri, Alexandre Fasel, ha ricordato che questi centri sono stati lanciati in un momento di "ottimismo dopo la Guerra Fredda". Da allora, il mondo è diventato "più complesso, più diviso, meno prevedibile", ma i centri "hanno saputo adattarsi", ha aggiunto. Di fronte ad alcuni effetti negativi delle nuove tecnologie o dei cambiamenti climatici, dovranno però continuare ad evolvere e ad adeguare i loro dispositivi. Tuttavia, "sono pronti a offrire sostegno ovunque e in qualsiasi momento in caso di necessità", ha aggiunto Fasel.
I "successi"
Elogiando i successi delle tre istituzioni, Pfister ha sottolineato che esse rispondono a "esigenze reali". Il GICHD ha contribuito a stabilire norme per lo sminamento umanitario e strumenti che hanno aiutato a salvare vite umane in oltre 40 paesi. Tra i suoi recenti progetti, ha affiancato le autorità ucraine e farà lo stesso in Siria. Dal Mali alla Georgia, il DCAF, che festeggia i suoi 25 anni, ha dal canto suo aiutato numerosi Paesi a creare istituzioni di sicurezza responsabili e incentrate sui cittadini. Il GCSP, infine, che festeggia i suoi 30 anni, ha in particolare istituito una piattaforma informale di dialogo tra esperti americani, russi e ucraini dall'inizio della guerra. Più di 400 persone lavorano in questi tre centri, che hanno formato circa 15'000 persone e il cui finanziamento si è ora diversificato oltre l'aiuto della Svizzera, e include anche fondi provenienti dal settore privato.
"Strumenti cruciali"
Queste istituzioni hanno ottenuto progressi "tangibili" per la sicurezza mondiale e possono contare su "sostegni globali", spiega ancora Pfister. Sono diventate "strumenti cruciali" per la Svizzera, in particolare durante il mandato nel Consiglio di sicurezza dell'ONU e per la presidenza nel 2026 dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), ha concluso il "ministro".