Svizzera
L'autorizzazione a piante ottenute con nuove tecnologie di selezione spacca la politica
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Ats
14 ore fa
I Verdi respingono quella che considerano una "Legge speciale sull'ingegneria genetica". PS e centro-destra vedono invece un'opportunità.

La Svizzera potrebbe autorizzare piante ottenute mediante nuove tecnologie di selezione. I partiti di centro-destra e il PS vedono in ciò un'opportunità, mentre i Verdi rifiutano categoricamente il progetto del Consiglio federale. La nuova regolamentazione proposta dall'Esecutivo riguarda le piante ottenute mediante nuove tecnologie di selezione, che non contengono materiale genetico transgenico e che apportano un valore aggiunto per l'agricoltura, l'ambiente o i consumatori. Sarà introdotta una procedura di autorizzazione basata sui rischi.

I pareri

L'UDC riconosce il potenziale dei nuovi metodi, ma è irritata dal fatto che nel progetto proposto dal suo consigliere federale Albert Rösti è previsto che la procedura di autorizzazione tenga conto della proposta della Commissione europea. L'UDC contesta l'emissione sperimentale senza valutazione del rischio e la delimitazione proposta rispetto alle piante coltivate in modo convenzionale. Teme inoltre un eccesso di regolamentazione. Il PLR sostiene tutte le nuove tecnologie, purché si dimostrino sicure e redditizie. A suo avviso, i nuovi metodi di selezione potrebbero risolvere i problemi legati ai cambiamenti climatici, ai parassiti e alla necessità di nuove varietà. La legislazione proposta distingue tra organismi convenzionali e transgenici, nonché tra quelli che sono il risultato di nuovi metodi di riproduzione. Questo crea coerenza e previene i rischi per l'ambiente e la salute, aggiunge il partito.

Proposta "troppo restrittiva" per i Verdi liberali

Anche il Centro è favorevole poiché il progetto, a suo avviso, offre chiari punti di riferimento per la ricerca, l'innovazione e l'economia. Il partito insiste però sulla libertà di scelta dell'agricoltura in materia di sementi. Il Consiglio federale dovrebbe quindi prendere in considerazione il divieto proposto dall'UE di brevettare le piante coltivate con nuovi metodi. Per i Verdi Liberali la proposta è troppo restrittiva e tiene troppo poco conto della fondamentale equivalenza tra le piante convenzionali e quelle coltivate con nuovi metodi. I regolamenti per la coltivazione e il commercio inoltre non devono portare "all'isolamento economico". Il PS è fondamentalmente aperto a una regolamentazione sulle piante ottenute mediante nuove tecnologie di selezione basata sui rischi. Ritiene comunque che siano necessari controlli efficaci per proteggere la libertà di scelta nel consumo e l'industria agricola e alimentare tradizionale. La proposta dà maggior peso alla tutela dell'ambiente e dei consumatori rispetto all'idea dell'UE, ma ci sono ancora grandi lacune, in particolare per quanto riguarda l'obbligo di etichettatura, la valutazione del rischio, la coesistenza o le questioni relative alla responsabilità e ai brevetti.

Verdi contrari

Il Consiglio federale vuole deregolamentare i nuovi metodi di ingegneria genetica con questo progetto di legge, affermano i Verdi, i quali respingono quella che considerano una "Legge speciale sull'ingegneria genetica". I cosiddetti nuovi metodi di riproduzione sono anch'essi da considerarsi ingegneria genetica e rischiosi. Solo le grandi aziende sementiere ne trarrebbero vantaggio, affermano. Anche l'Alleanza svizzera per un'agricoltura senza OGM e l'Alleanza per l'Iniziativa per la protezione degli alimenti si oppongono con forza alla proposta di legge, sostenendo che essa compromette la valutazione dei rischi, limita la libertà di scelta dei consumatori e mette in pericolo l'agricoltura priva di OGM.

Cosa dicono le associazioni

L'Unione svizzera dei contadini vede un grande potenziale nei nuovi metodi di allevamento. Avverte che il progetto potrebbe diventare una "legge di ostruzione" perché gli ostacoli sono troppo alti. L'attuazione pratica dovrebbe basarsi sulla categorizzazione delle piante in base al rischio, come avviene nell'UE. Questo è l'unico modo per ottenere un valore aggiunto, a suo avviso. L'organizzazione per l'agricoltura biologica Bio Suisse sottolinea che il Consiglio federale evita il termine ingegneria genetica nel progetto di legge e questo impedisce una vera trasparenza. Ma è proprio questo che serve. Bio Suisse è quindi favorevole all'etichettatura obbligatoria. Inoltre, il principio "chi inquina paga" deve essere applicato alla semina. Le Accademie svizzere delle scienze accolgono con favore il fatto che il Consiglio federale stia puntando a un quadro giuridico basato sul rischio. Ritengono però che la legislazione dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle caratteristiche delle piante e non sul processo di riproduzione. L'emissione inoltre dovrebbe essere resa più semplice.

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