
L'aumento delle temperature è il principale rischio climatico per la salute umana in Svizzera. Porterà a un crescente stress da calore che, a causa dell'invecchiamento della popolazione, coinvolgerà un numero sempre maggiore di persone vulnerabili. È quanto emerge da un'analisi condotta dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), che mette in luce anche i pericoli derivanti dalla crescente siccità estiva e dalle precipitazioni abbondanti. "I rischi climatici ci riguardano tutti e sono in aumento", ha messo in guardia in conferenza stampa a Berna Roland Hohmann, della Divisione clima dell'UFAM, presentando lo studio. Quest'ultimo è stato condotto per la seconda volta dal 2017 e formula previsioni fino al 2060 e servirà da base per l'adattamento del Paese ai cambiamenti climatici. In merito alle alte temperature, ad essere particolarmente colpite sono già oggi le città e le aree urbane in generale, con conseguenze sul benessere ma non solo, ha rilevato Hohmann, facendo notare che nel 2023 ben 542 decessi in Svizzera potrebbero essere attribuiti al caldo.
Siccità e forti piogge
Anche la crescente siccità estiva avrà conseguenze di vasta portata per l'economia forestale, la navigazione, gli ecosistemi, ma soprattutto per l'agricoltura, dato che si verifica spesso in combinazione con il caldo e la diffusione di organismi nocivi. Secondo lo studio, entro il 2060 cadrà fino al 25% di pioggia in meno in estate e i periodi di siccità saranno generalmente più lunghi. Un altro potenziale pericolo per la regione alpina - prosegue l'analisi - è legato alle forti precipitazioni, che stanno diventando più frequenti e intense. Combinate con il riscaldamento, che provoca il ritiro dei ghiacciai e lo scioglimento del suolo gelato, mettono a rischio persone e insediamenti. L'evento di Blatten ha dimostrato che questo rischio può interessare anche le aree abitate, ha sottolineato Hohmann. Alcuni fattori, come l'impermeabilizzazione dei suoli, aumenteranno i rischi associati al dilavamento.
Impatto variabile
Non tutti i gruppi di popolazione sono colpiti nella stessa misura. Come detto, il caldo estremo è più pericoloso per gli anziani, i malati cronici, le donne incinte e i bambini piccoli. Anche chi lavora in alcuni settori, come l'edilizia o il turismo invernale, risulta essere più vulnerabile. Tutte le regioni sono interessate dai rischi climatici, ma lo sono in proporzioni diverse. Le aree di montagna, ad esempio, sono esposte a rischi specifici, come il calo del turismo invernale, i danni alle persone e le alterazioni del paesaggio.
Benefici non compensano rischi
La ricerca sottolinea che gli effetti positivi dell'aumento delle temperature non compenseranno in alcun modo i rischi. Il risparmio sul riscaldamento o l'aumento della resa di alcune colture agricole offrono spesso benefici relativamente modesti rispetto ai rischi. Malgrado ciò, l'adattamento ai cambiamenti climatici può ridurre la vulnerabilità e l'esposizione. Per evitare le conseguenze più gravi e potenzialmente incontrollabili, rimane essenziale ridurre a zero le emissioni nette di gas a effetto entro il 2050, conclude lo studio.