
La situazione della sicurezza in Svizzera si è costantemente deteriorata. Il confronto globale con gli Stati Uniti, da un lato, e la Russia e la Cina, dall'altro, ha delle conseguenze: il rischio di spionaggio e proliferazione in Svizzera è elevato. Anche la minaccia del terrorismo è aumentata, riferisce il il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Il confronto globale riguarda direttamente la Svizzera. Quest'ultima non è un semplice osservatore ma è direttamente interessata dalla mutata situazione mondiale a causa della sua posizione al centro dell'Europa, ha dichiarato il capo del SIC Christian Dussey, in una conferenza stampa oggi a Berna.
"Mai sperimentata una tale densità di minacce"
"Il nostro radar della situazione mostra 15 punti caldi contemporaneamente - non abbiamo mai sperimentato una tale densità di minacce", ha sottolineato. È stato anche possibile prevenire attacchi in Svizzera e all'estero. Si trattava per lo più di piani di attacco islamici. Attualmente il maggiore pericolo proviene dalla Russia, ha detto Dussey. "La guerra della Russia contro l'Ucraina è la più grande sfida geopolitica dalla fine della Guerra Fredda". L'obiettivo strategico della Russia va oltre l'Ucraina e minaccia anche gli Stati baltici e la Moldavia, ha aggiunto. Il Paese sta conducendo una guerra ombra contro l'Occidente: disinformazione, sabotaggio e attacchi informatici, ad esempio alle infrastrutture critiche, sono le parole d'ordine. Secondo Dussey, anche la Svizzera è direttamente interessata dal conflitto ibrido ed è sotto pressione come centro di innovazione. Il rapporto del SIC dal titolo "Sicurezza Svizzera 2025" ritiene che la rivalità globale tra Stati Uniti e Cina influenzerà la politica di sicurezza dei prossimi anni. Russia, Cina, Corea del Nord e Iran collaborano sempre più strettamente e vogliono cambiare l'ordine internazionale, viene sottolineato. È probabile che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina continui nel 2025.
Spie russe e cinesi
Allo stesso tempo si è intensificato il conflitto tra Israele e Iran. Queste crisi parallele - secondo il SIC - aumentano l'incertezza globale e ciò aggrava il rischio di spionaggio in Svizzera: in quanto piazza tecnologica e paese ospitante di organizzazioni internazionali, diventa un obiettivo strategico dei servizi segreti stranieri. La maggiore minaccia di spionaggio - indica il SIC - proviene da Russia e Cina. Entrambi i Paesi mantengono un'ampia presenza di attività di intelligence in Svizzera. Sono interessati alle autorità federali, alle aziende, alle organizzazioni internazionali e agli istituti di ricerca. La situazione di concorrenza tra le grandi potenze rende inoltre la Svizzera un luogo privilegiato per aggirare le sanzioni o per il commercio di beni proibiti. Secondo il SIC, la Russia, l'Iran e la Corea del Nord stanno cercano sempre più di ottenere in Svizzera beni e tecnologie a duplice impiego per i loro programmi militari e nucleari. Nella lotta contro l'elusione delle sanzioni e la proliferazione, il SIC è in stretto contatto con la Segreteria di Stato dell'economia (Seco). I due uffici federali insieme sensibilizzano le aziende elvetiche sui rischi in questo settore. La tecnologia è la chiave del potere, ha spiegato Dussey. Per lo spionaggio, l'elusione delle sanzioni e la proliferazione la Svizzera è un interessante centro di innovazione. Questo pone i servizi di intelligence di fronte a sfide importanti, che possono essere affrontate solo con la cooperazione nazionale e internazionale.
Aumento della minaccia terroristica
Con l'aumento della minaccia del terrorismo, il SIC è particolarmente preoccupato per la radicalizzazione online dei giovani, come scrive nel rapporto sulla situazione. Il quadro è caratterizzato dall'estremismo islamico. Lo scorso anno sono stati effettuati molti arresti. La radicalizzazione dei giovani può avvenire rapidamente. Fondamentale per il SIC è l'individuazione precoce delle tendenze alla radicalizzazione: per la prevenzione il SIC collabora con le scuole, le organizzazioni giovanili e la polizia. A causa della situazione in Medio Oriente gli individui e le istituzioni ebraiche e israeliane rimangono esposti, viene sottolineato. La più grande sfida attuale, tuttavia, è il divario tra i crescenti compiti del SIC e le sue capacità, ha continuato Dussey. A febbraio ha annunciato le sue dimissioni, ma resterà in carica fino alla fine di marzo 2026.