Lo studio
La Svizzera perde punti in termini di corruzione
© Shutterstock e Ticinonews
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Pur nella top 10 dei migliori a livello mondiale, Transparency International critica il "nepotismo diffuso" in Svizzera. Paolo Bernasconi: "Se i candidati non fanno esercizio spontaneo di trasparenza, servono più regole in materia".

Anche l'anno scorso la Svizzera non ha compiuto progressi in materia di lotta contro la corruzione nel settore pubblico. Nel suo ultimo rapporto, Transparency International critica "il nepotismo ampiamente diffuso". Secondo l'indice di percezione della corruzione, il Corruption Perceptions Index (CPI) 2022, pubblicato oggi, la Svizzera ottiene 82 punti su 100, rispetto agli 84 del 2021 e si piazza al settimo posto, allontanandosi così dai valori migliori, pur rimanendo nella top 10 dei Paesi meglio posizionati, scrive Transparency International Svizzera.

"Occasione mancata"

Per progredire sarebbe però necessario porre fine al "nepotismo ancora diffuso" e migliorare la gestione dei conflitti di interesse e la regolamentazione del lobbismo. "Abbiamo visto di recente quali disastri il lobbismo abbia creato all'interno del Parlamento europeo", commenta da noi raggiunto l'avvocato Paolo Bernasconi, che condivide la lettura di una Svizzera che su questo fronte potrebbe fare molto meglio: "Recentemente il Consiglio degli Stati ha respinto un'ottima mozione che proponeva di vietare ai parlamentari di prendere posizione all'interno delle commissioni su progetti di legge riguardanti da vicino enti da loro rappresentati. Sarebbe stata una spinta a ricusarsi in caso di conflitto di interessi".

Trasparenza spontanea

Per Transparency occorrerebbe intervenire anche a livello cantonale e comunale: la maggior parte di Comuni e Cantoni infatti non dispone di regole sulla trasparenza del finanziamento politico. "È un tema eterno", chiosa Bernasconi. In mancanza di indicazioni vincolanti, l'ex procuratore invita quindi i candidati a fare "spontaneamente esercizio di trasparenza, specialmente quelli per i Governi". Un quadro giuridico chiaro su questo tema, per Bernasconi, rimane tuttavia auspicabile. "Da molti si sente dire di non volere ingerenze da parte dello Stato, ma questa ingerenza e tante leggi sono necessarie in questo ambito, proprio perché i candidati spesso non sono trasparenti sull'origine dei finanziamenti alla base della loro attività".

La Danimarca svetta per la sua virtuosità

Il Corruption Perceptions Index di Transparency recensisce la percezione della corruzione nel settore pubblico di 180 paesi sulla base di stime di esperti scientifici ed economici. Il rapporto conferma che la corruzione è sempre ampiamente diffusa nel mondo. Due terzi dei paesi esaminati non hanno neppure raggiunto la metà del punteggio, viene sottolineato. In cima alla classifica, come l'anno scorso, e con 2 punti in più per un totale di 90 punti, c'è la Danimarca. Finlandia e Nuova Zelanda seguono al secondo posto con 87 punti. In fondo alla classifica si trovano il Sud Sudan, la Siria con 13 punti e la Somalia con 12 punti.