
Su invito della Svizzera, i ministri della cultura di più di 20 Paesi europei discuteranno dal 14 al 16 gennaio 2023, a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR), della qualità e della cultura nella costruzione con rappresentanti privati e della società civile. La nuova Alleanza di Davos per la cultura della costruzione verrà lanciata in questa occasione.
Una piattaforma internazionale di scambio
Il consigliere federale Alain Berset aprirà il suo anno presidenziale 2023 con una conferenza internazionale sulla cultura della costruzione, indica l'Ufficio federale della cultura (UFC) in una nota odierna. Cinque anni prima, nel 2018, quando era già presidente, la Svizzera aveva già invitato i ministri europei della cultura che in quell'occasione avevano adottato la dichiarazione di Davos "Verso una cultura della costruzione di qualità per l'Europa". Nel corso della seconda conferenza sulla cultura della costruzione fra meno di un mese, si tratterà di creare i mezzi per passare all'azione. Per far ciò è necessaria la collaborazione fra industria della costruzione e immobiliare, governi e società civile. Ad oggi non esiste nessuna piattaforma internazionale di scambio e collaborazione fra queste tre parti. La Svizzera si prefigge di crearne una grazie all'Alleanza di Davos per la cultura della costruzione.
Riavvicinamento con il settore privato
"L'obiettivo di questo secondo incontro è proprio il riavvicinamento del settore privato e pubblico e della società civile grazie a questa Alleanza", ha indicato a Keystone-ATS Oliver Martin, responsabile della sezione Cultura della costruzione in seno all'UFC. "Avremo un contatto privilegiato con le imprese perché disporremo di una segreteria permanente, gestita dal Forum economico mondiale. Alcune grandi imprese del settore immobiliare e della costruzione parteciperanno alla conferenza e al futuro dell'Alleanza". "Quando le imprese avranno integrato i principi della cultura della costruzione di qualità nelle loro riflessioni e esteso i loro standard di durabilità alla cultura saremo riusciti nel nostro intento. Un'etichetta che indichi l'adempimento alle nuove esigenze è attualmente in fase di studio", ha aggiunto. Un obiettivo importante, quindi, in un periodo nel quale le grandi città e gli spazi metropolitani conoscono una fase di crescita e rinnovo, mentre le città di piccola o media taglia e le zone rurali suscitano sempre più preoccupazioni, indica la nota dell'UFC.
Vivere meglio insieme
Regioni intere in Europa e altrove soffrono di stagnazione economica, persino di declino, che porta ad un sentimento di esclusione. L'esacerbazione della polarizzazione sociale ed economica favorisce l'ascesa dell'estremismo politico e del populismo, rileva ancora l'UFC. Il secondo incontro di Davos avrà raggiunto il suo obiettivo se i ministri e i rappresentanti dell'economia e della società civile firmeranno l'atto costitutivo di questa Alleanza. A meno di un mese dalla conferenza i segnali sono piuttosto positivi: praticamente tutti i ministri della cultura dei paesi membri del Consiglio d'Europa saranno presenti, così come i settori economici e le ONG.
Oltre alla buona architettura
"La cultura della costruzione va oltre la buona architettura", ha proseguito Martin. Se l'UNESCO, l'ONU o il Consiglio d'Europa, per non citare che alcune grandi istanze mondiali, s'interessano già a queste questioni, la Dichiarazione di Davos è l'unica che considera l'insieme della popolazione e del territorio, prendendo in contro il vivere bene insieme. Ma questo ideale non è troppo costoso? "Gruppi di lavoro esamineranno questa questione perché qualità non è sinonimo di prezzo eccessivo", ha affermato lo specialista. "Ci sono numerosi esempi di low cost di ottima qualità, che rimangono convenienti per l'investitore. Lo scopo è di produrre un habitat inclusivo accessibile a tutti e non elitista e caro". "Non è più sufficiente occuparsi di un bel monumento senza prendere in considerazione quello che si trova 50 metri più in là", ha riassunto. "Vogliamo superare questa separazione artificiale fra patrimonio protetto e il resto". Una strategia federale e interdipartimentale in questo senso è stata lanciata in Svizzera. Lo stesso UFC porta le tracce di questo cambiamento di paradigma: Martin è alla testa della sezione "Cultura della costruzione", che fino al 2021 si chiamava "Patrimonio culturale e monumenti storici".