Svizzera
La ripresa tarda ad arrivare, le aziende del settore Mem restano preoccupate per il futuro
©Gabriele Putzu
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Ats
un giorno fa
Il settore sta registrando un calo dei nuovi ordinativi, del fatturato e dei margini, oltre alla pressione subita a causa dei dazi statunitensi. Il presidente di Swissmechanic: "Meno burocrazia e più margine di manovra sono ora decisivi".

La ripresa in cui molti speravano dopo due anni difficili tarda ad arrivare e le piccole e medie imprese (PMI) attive nell'industria delle macchine, elettrotecnica e metallurgica (MEM) continuano quindi a guardare con apprensione al futuro. L'indice del clima del ramo si è attestato nel secondo trimestre (aprile) a -30 punti, un livello solo moderatamente migliore del -33 dei tre mesi precedenti, che era stato il dato peggiore dall'inizio del 2021, emerge dalla documentazione diffusa oggi dall'associazione di categoria Swissmechanic. Circa il 40% delle società interpellate tramite un sondaggio riferisce di un calo dei nuovi ordinativi, del fatturato e dei margini rispetto all'anno precedente. A essere particolarmente sotto pressione è proprio l'andamento dei margini, in calo da undici trimestri consecutivi. L'attività di investimento ne risente di conseguenza: quasi un terzo delle aziende ha in programma di ampliare le capacità produttive, ma in circa il 20% dei casi le limitazioni finanziarie, spesso dovute a mancanza di fondi propri, impediscono di investire.

La pressione data dai dazi Usa

Secondo Swissmechanic la pressione aumenta anche a livello internazionale. I dazi statunitensi introdotti ad aprile e attualmente sospesi gravano soprattutto in modo indiretto sulle PMI-MEM, che ne risentono ad esempio in qualità di fornitori di clienti altamente orientati all'esportazione. L'incertezza legata a questa situazione frena ancora di più la disponibilità a investire. A ciò si aggiunge l'apprezzamento del franco, che limita ulteriormente la capacità di esportazione.

Cosa ci si aspetta dal secondo trimestre

Le previsioni per il secondo trimestre si confermano prudenti: circa metà delle aziende prevede stabilità in termini di fatturato, commesse e margini rispetto al 2024; sul fronte del personale, la quota sale addirittura a due terzi. Il saldo delle stime rimane negativo per tutti gli indicatori. Attualmente il lavoro ridotto interessa il 17% delle aziende e in circa un terzo di loro riguarda oltre il 40% dei dipendenti.

"Meno burocrazia e più margine di manovra"

"Il perdurare di questa situazione difficile richiede non solo resilienza economica, ma anche condizioni quadro politiche che permettano investimenti e innovazione", afferma il presidente di Swissmechanic Nicola Tettamanti, citato in un comunicato. "Meno burocrazia e più margine di manovra sono ora decisivi", aggiunge il Ceo della Tecnopinz di Mezzovico. Il settore rimane però convinto della sua capacità innovativa e di adattamento. "Anche questa volta molte aziende coraggiose sul piano imprenditoriale troveranno nuove strade nella speranza che la ripresa non si faccia più attendere a lungo", chiosa il direttore dell'organizzazione, Erich Sannemann, a sua volta citato nella nota.