Svizzera
La pandemia non ha scoraggiato tutti i Ceo svizzeri
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
2 anni fa
Stando al sondaggio “CEO Outlook Survey”, che ha coinvolto 2000 dirigenti in tutto il mondo, i Ceo svizzeri tendono a vedere gli effetti della crisi sanitaria in una luce piuttosto positiva

La crisi del coronavirus è stato il tema determinante per i leader aziendali di tutto il mondo nel 2021. I CEO svizzeri tendono a vedere gli effetti della crisi in una luce piuttosto positiva, secondo una valutazione del sondaggio ai CEO a livello mondiale “CEO Outlook Survey” condotto dalla società di consulenza EY, che ha intervistato complessivamente 2’000 dirigenti d’azienda in tutto il mondo, per lo più di grandi aziende, tra cui 40 partecipanti di aziende svizzere. Il sondaggio è stato condotto nei mesi di novembre e dicembre 2021.

La pandemia ha cambiato in meglio
Il 40% di CEO svizzeri intervistato ha detto che la pandemia ha cambiato fondamentalmente in meglio il loro settore. Una percentuale nettamente superiore se confrontata a livello internazionale, dove solo il 13% era di questa opinione. Al contrario, solo il 13% di CEO elvetici ha dichiarato che la pandemia ha cambiato fondamentalmente in peggio il loro settore: a livello mondiale, la proporzione era leggermente più alta (21%). Inoltre, circa un quarto degli interrogati svizzeri valuta l’impatto della pandemia solo come una interferenza a breve termine per il proprio ramo di attività, rispetto al 37% a livello internazionale.

Meno investimenti all’estero
A causa delle sfide geopolitiche, il 70% di CEO svizzeri ha dovuto adattare i propri investimenti strategici. Di questi, il 40% ha aumentato gli investimenti all’estero, ma quasi altrettanti (36%) li hanno interrotti nell’ultimo anno. Un quarto di CEO ha addirittura cancellato del tutto gli investimenti transfrontalieri fino a nuovo ordine. Dai tagli è stata più duramente colpita l’India, con una quota del 41%.

Molti puntano sulla trasformazione digitale
Per quanto riguarda gli investimenti, i CEO svizzeri mettono in cima alla loro agenda 2022, la trasformazione digitale (27%), che è leggermente superiore rispetto al confronto globale (20%). Con una quota del 22%, seguono gli investimenti nel business esistente, seguiti dalle questioni di sostenibilità (14%). Qui, i CEO svizzeri non si differenziano quasi per nulla dai loro colleghi di tutto il mondo.

Acquisizioni rinviate ma non cancellate
Secondo il sondaggio, la crisi del coronavirus ha avuto anche un impatto negativo sulle fusioni e acquisizioni (cosiddette mergers and acquisitions, M&A). Il 40% di CEO svizzeri ha dovuto cancellare le attività di M&A nell’ultimo anno o non è riuscito a farle. Per più della metà, la ragione è stata la crisi del coronavirus. Sembra anche che si sia accumulato un certo ritardo di M&A. L’88% di CEO svizzeri pianificano acquisizioni e fusioni nell’anno in corso, nettamente di più del 60% circa a livello globale. Un terzo di CEO svizzeri intende rafforzare con le M&A le questioni di sostenibilità, rispetto a solo il 20% degli intervistati a livello mondiale. Al secondo posto c’è il rafforzamento delle capacità operative (27%), che è in linea con la media globale.

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