Svizzera
La nuova Posta potrebbe consegnare la corrispondenza a giorni alterni
© CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
un anno fa
La proposta era già stata avanzata nel 2022 dalla Commissione di esperti sul servizio postale universale. Storni: “Vedremo cosa verrà portato in Consiglio federale”. Quadri: “La corrispondenza cartacea ha ancora una sua importanza”.

Il progetto del capo del DATEC Albert Rösti, anticipato dal domenicale Schweiz am Wochenende, è destinato a far discutere. Distribuzione della corrispondenza solo tre giorni feriali a settimana e abbandono della Posta A, ovvero quella con consegna garantita il giorno seguente. Si parla anche di allentamento delle norme sulla distanza degli uffici postali dai cittadini: oggi devono essere al massimo a 20 chilometri, potrebbero diventare di più. Proposte, queste, già avanzate nel 2022 dalla Commissione di esperti sul servizio postale universale, in un rapporto che ora sembra tornato di attualità. “Ci era stato presentato in Commissione e successivamente era stato accantonato, anche con la motivazione che dal 2030 di giornali e periodici non ce ne saranno più”, spiega ai microfoni di Ticinonews Bruno Storni, membro della Commissione trasporti e telecomunicazioni del Consiglio nazionale. “Adesso sembra che effettivamente Rösti abbia preso in mano il rapporto e intenda portare qualcosa in Consiglio federale”.

Quadri: "La posta realizza milioni di utili ogni anno"

Le misure riguardanti la consegna delle lettere sarebbero una diretta conseguenza del drastico calo nel loro uso: sono passate in cinque anni da 2 a 1,6 miliardi. “Il volume di corrispondenza cartacea diminuisce, ma tra diminuire e quasi azzerarsi c’è una bella differenza”, precisa dal canto suo il deputato Lorenzo Quadri, anche lui membro della CTT. La corrispondenza cartacea “ha ancora una sua importanza, la Posta può permettersi di fornire questo servizio e la Confederazione deve pretendere che ciò avvenga”. Il gigante giallo, infatti, “fa forse meno utili rispetto al passato, ma ne realizza comunque centinaia di milioni ogni anno e ha anche il margine finanziario per dilettarsi con l'acquisto di foreste in Turingia”. Il Consiglio federale “farebbe bene a ricordare alla Posta che il suo compito fondamentale è di fare la Posta e i margini finanziari per continuare a farlo indubbiamente ci sono”.

Secondo Storni, infine, oltre a valutare cosa succederà nei prossimi anni, resta da vedere se la Posta sarà interessata ad abbandonare tali servizi. “Ci lasceremo sorprendere anche da cosa deciderà il Consiglio federale, perché penso che dal rapporto che verrà discusso partiranno delle decisioni per approfondire queste misure”, termina il deputato.

Forte: “Pronti a contrastare questo piano con qualsiasi mezzo”

Le proposte sopracitate non incontrano il favore dei sindacati, sorpresi che il tema stia tornando al centro del dibattito. “Noi non eravamo assolutamente a conoscenza di questo progetto. Abbiamo letto i giornali come tutti e siamo in attesa di avere maggiori dettagli”, afferma Marco Forte, responsabile di Syndicom per Ticino e Moesano. Se tale progetto venisse confermato “è chiaro che ci sarebbero importanti tagli per il personale e un drastico peggioramento del servizio alla popolazione. Noi come sindacato abbiamo detto che siamo pronti a contrastare con ogni mezzo questo piano e a intraprendere qualsiasi forma di lotta sindacale”.

“Nessuna necessità di mettere in atto un piano così estremo”

Neppure la diminuzione della corrispondenza cartacea rappresenta per Forte un valido motivo per ridurre il servizio. “Il calo delle lettere c’è sempre stato e si è sempre fatto fronte riorganizzando il personale senza dover mettere in atto misure così drastiche”, ricorda il sindacalista. Ad oggi “ci sono i pacchi che compensano il calo delle lettere e anche altri servizi svolti oggi dai postini e che in futuro potranno essere ampliati. Non c’è nessuna necessità di mettere in atto un piano così estremo e a nostro avviso insensato”.

 

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