
Più della metà degli eletti ai tre livelli legislativi in Svizzera è stata vittima di atti o parole ostili. Lo riporta uno studio dell'Università di Zurigo che, su incarico del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), ha interrogato 3'500 politici. Secondo il comunicato pubblicato oggi dall'istituto di sociologia dell'ateneo zurighese, le donne impegnate nei consigli comunali sono le più toccate, così come gli esponenti della sinistra e le persone appartenenti a qualche minoranza religiosa, etnica o sessuale, particolarmente soggette a discorsi d'odio. In particolare le prime subiscono uno stress tale che le porta ad assumere un comportamento più discreto. I politici di destra sono invece le vittime più frequenti di minacce e di atti violenti e vandalici.
Biennio 2023/24
Complessivamente, per il biennio 2023/24, sostengono di essere vittima di insulti, discorsi d'odio, minacce o danni fisici la quasi totalità dei parlamentari federali (il 98% per la precisione e perlopiù in rete), i tre quarti esatti di quelli cantonali e poco meno della metà di quelli comunali (45%). Ma più in generale sono i politici agli estremi dello schieramento i più esposti: si dicono toccati il 70% dei membri dell'UDC e il 66% dei Verdi. Per quanto riguarda la suddivisione per genere, il 58% delle donne è interessato dal fenomeno, contro il 51% degli uomini. I temi più controversi quali la migrazione, la parità tra i sessi o la politica dei trasporti sono quelli che scatenano più ostilità. Un'altra causa citata è la maggiore esposizione mediatica. Questo studio è il primo ad approfondire l'ampiezza e le conseguenze degli atti ostili verso i politici in carica. "Se le persone colpite si ritirano dalla sfera pubblica e dal dibattito, si rischia di innescare distorsioni e di perdere prospettive politiche", commenta Sarah Bütikofer, coautrice dello studio.
Fedpol vuole intensificare la protezione
A questo proposito, l'Ufficio federale di polizia (fedpol), si legge in un comunicato del DFGP, intende intensificare la protezione dei parlamentari federali, rafforzando la loro sensazione di sicurezza, sensibilizzarli riguardo alla problematica, potenziando l'assistenza delle persone coinvolte, migliorando il coordinamento tra le diverse autorità e intervenendo con maggiore fermezza nei confronti degli autori. Anche i parlamentari stessi si dichiarano in maggioranza a favore dell'implementazione di misure per contrastare questi atti, come una regolazione più severa delle reti sociali e procedimenti penali contro gli autori.