Migrazione
La maggioranza degli Stati Schengen vuole accelerare i rimpatri
©Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
un mese fa
La Svizzera ha appoggiato la richiesta durante la riunione dei ministri della giustizia tenutasi oggi in Lussemburgo.

È necessario inasprire le regole sul rimpatrio dei richiedenti asilo respinti, secondo la maggioranza degli Stati Schengen. La Svizzera ha appoggiato la richiesta durante la riunione dei ministri della giustizia tenutasi oggi in Lussemburgo. Gli Stati membri sono concordi nel ritenere che i Paesi partner e i Paesi di origine debbano essere maggiormente coinvolti, ha dichiarato il consigliere federale Beat Jans a margine dell'incontro. Se i Paesi non collaborano, bisogna trarne le conseguenze, ha aggiunto. Ma al momento non è stato discusso alcun testo concreto.

Iniziativa da Austria e Paesi Bassi, sostegno dalla Svizzera

In un documento di sintesi, 17 Stati hanno chiesto alla Commissione europea di modificare la direttiva sui rimpatri per rendere più efficaci le espulsioni. Secondo il documento, che Keystone-ATS ha potuto consultare, l'iniziativa proviene da Austria e Paesi Bassi ed è sostenuta dalla Svizzera. In particolare, è necessario che i migranti privi di documenti siano chiamati a rispondere delle loro azioni. E la mancata collaborazione deve essere sanzionata. Le procedure devono essere semplificate, nel rispetto dei diritti fondamentali. Secondo i dati di Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea, solo il 20% delle persone che non possono rimanere nell'UE viene effettivamente rimpatriato. Il resto si nasconde o non può essere rimpatriato per vari motivi.

Controlli alle frontiere

Un altro tema dell'incontro è stato l'implementazione dei controlli alle frontiere nell'area Schengen. La ministra dell'Interno tedesca Nancy Faeser ha annunciato che i controlli continueranno a essere effettuati alle frontiere tedesche fino a quando non ci sarà una soluzione europea che protegga meglio il confine esterno. Il governo tedesco aveva già ordinato controlli a tutti i confini nazionali a metà settembre. L'obiettivo è ridurre ulteriormente l'immigrazione irregolare, fermare i passatori e riconoscere precocemente gli islamisti. Secondo la ministra, i controlli sono coordinati con i Paesi vicini. Interrogato sulla misura tedesca, Jans ha risposto che la Svizzera ha sempre effettuato tali controlli, non facendo parte dell'unione doganale. "Credo che i controlli che effettuiamo siano paragonabili a quelli fatti dalla Germania", ha dichiarato il consigliere federale.