
Ci sono destinazioni che, stando agli esperti, andrebbero evitate se non ci si vuole imbattere nel cosiddetto turismo di massa, che provoca inevitabilmente lamentele fra i locali e una forte pressione sugli ecosistemi. Ebbene, l'edizione 2026 della tanto temuta "No List", annualmente pubblicata sulla guida turistica americana Fodor's, include famose mete turistiche come l'Isola Sacra a Fiumicino, le Isole Canarie (con 7,8 milioni di visitatori nei primi 6 mesi del 2025), Città del Messico (con un elevato numero di affitti a breve termine per Airbnb), il Glacier National Park, l'Antartide (con 120mila visitatori tra il 2023 e il 2024), Mombasa e la zona intorno a Montmartre a Parigi (11 milioni di turisti all'anno). Ma non solo: scrollando la lista "negativa globale" compare anche una meta turistica in Svizzera: la regione della Jungfrau nell'Oberland Bernese.
La motivazione di Fodor's
Stando alla guida turistica americana, gli statunitensi l'hanno inserita a causa del netto aumento del numero di visitatori in quella zona, con queste precise motivazioni: "Questa crescita esercita pressione sull’ambiente — con sentieri usurati, strade intasate e un ecosistema fragile segnato anche dal drastico ritiro del ghiacciaio dell’Aletsch — e incide sulla qualità della vita dei residenti. Per la popolazione locale la trasformazione è evidente: aumentano i turisti giornalieri, diminuiscono i soggiorni più lunghi e molti visitatori si concentrano solo su poche attrazioni iconiche. Operatori del settore segnalano inoltre problemi strutturali, come l’uso dell’infrastruttura da parte dei turisti in giornata senza pagamento della tassa di soggiorno e una concorrenza poco equilibrata tra grandi compagnie e piccoli esercenti. La pressione immobiliare cresce anche a causa degli affitti brevi, che sottraggono alloggi ai residenti. Pur riconoscendo l’importanza economica del turismo, che rappresenta fino al 90% dell’economia locale e sostiene oltre 1'000 posti di lavoro, diversi operatori chiedono un approccio più sostenibile che tenga conto non solo dei visitatori, ma anche della comunità che vive e lavora nella regione".
La risposta della regione
Non si è dunque fatta attendere una risposta da parte del direttore del turismo della regione Jungfrau Marc Ungerer, che durante l'intervista al Blick avrebbe definito il paragone tra la Jungfrau e il Messico "un confronto tra mele e arance. In Messico o alle Canarie i flussi di turisti sono pari a decine di milioni". E anche aumentando il numero delle gite giornaliere, il direttore sostiene che non si arriverebbe mai a cifre simili. Lo scorso anno, infatti, sono stati registrati 1,06 milioni di turisti sullo Jungfraujoch. Contrariamente a quanto avviene in Spagna o Messico, dove si registrano forti malumori da parte dei locali con tanto di rivolte e insulti contro i residenti stranieri, nella regione della Jungfrau non si sono ancora verificati episodi simili. "L'aumento dei visitatori ha inoltre permesso di investire in infrastrutture, a beneficio di tutta la regione", spiega sempre al Blick Ungerer.
