
La Commissione delle finanze del Consiglio nazionale (CdF-N) ha depositato ieri una mozione volta ad aumentare i contributi che gli enti che impiegano civilisti devono versare al competente Ufficio federale, in modo che i suoi costi siano coperti al 100%. Oltre alla dimensione finanziaria del progetto - tra 2 e 2,5 milioni di franchi all'anno - in un'epoca di misure di contenimento delle spese pubbliche, l'iniziativa ha un chiaro significato politico in tempi in cui il Parlamento cerca di contenere l'emorragia di militi dall'esercito verso il servizio civile.
La votazione
Tra i commissari il testo della mozione ha raccolto 15 voti favorevoli e nove contrari, questi ultimi dalle file del PS e dei Verdi, notoriamente opposti a un indebolimento del servizio civile. La maggioranza della Commissione ritiene che in periodi di scarse risorse finanziarie del settore pubblico, il grado di copertura dei costi dell'Ufficio federale del servizio civile (CIVI) debba essere innalzato ad almeno il 100%, contro il 90% attuale, indica un comunicato odierno della Segreteria delle commissioni delle finanze.
Si attende il parere del Governo
Ora, prima che sull'oggetto si esprima il plenum, tocca al Consiglio federale esaminare la mozione e raccomandarne l'accettazione o la bocciatura. All'inizio del 2024, prendendo posizione su un postulato della stessa CdF-N dai contenuti analoghi a quelli della mozione, il Governo è giunto alla conclusione che l'introduzione di tributi più elevati per tutte le tredici categorie di istituti d'impiego per le prestazioni lavorative fornite dai civilisti è "opportuno" alla luce della situazione finanziaria. Oltre a coprire i costi del CIVI, l'obbligo di pagamento dei tributi è volto a garantire che gli impieghi del servizio civile non incidano sul mercato del lavoro.