Svizzera
La città di Zurigo si è sviluppata “grazie all’immigrazione”
Immagine Shutterstock
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Redazione
2 anni fa
È quanto rileva uno studio del capo del Laboratorio di demografia urbana del Politecnico di Losanna. L’analisi ricopre gli anni dal 1836 al 1949

La città di Zurigo ha potuto svilupparsi e crescere durante l’era industriale soprattutto grazie all’immigrazione. È la conclusione dello studio di un ricercatore del Politecnico di Losanna (EPFL). Mathias Lerch, capo del Laboratorio di demografia urbana all’EPFL, ha utilizzato gli annuari statistici della città di Zurigo per esaminare l’evoluzione e il successo economico di quella che è ancora oggi la più grande città della Svizzera. Il suo studio copre gli anni dal 1836 al 1949.

Dallo studio emerge che nella città sulla Limmat la natalità era già bassa nel XIX secolo e con una media di due figli per donna non era sufficiente a garantire un rinnovo naturale della popolazione. L’esodo dalle campagne non ha peraltro contribuito alla crescita quantitativa e qualitativa della città: a causa delle condizioni di vita considerate poco igieniche, degli orari di lavoro disumani e della religione protestante, la popolazione rurale cattolica preferiva emigrare oltreoceano.

Prima i tedeschi e i francesi, poi gli italiani
Fino alla fine del XIX secolo, l’immigrazione da altri paesi compensò la bassa natalità e l’emigrazione verso il Nuovo Mondo. “Si assistette in un primo tempo - scrive Lerch in una nota - all’arrivo di lavoratori qualificati dalla Germania meridionale, le cui competenze erano state sostituite dalle macchine nella loro regione, ma che erano molto richiesti in Svizzera, dove l’industrializzazione era ancora agli albori. E c’erano anche molti rivoluzionari francesi in fuga dalla Restaurazione”. La crescita demografica rimase limitata fino al 1850. Raggiunse un picco del secolo all’8% alla fine del XIX secolo, in gran parte grazie all’arrivo di lavoratori italiani che sostituirono in parte i tedeschi. Nel 1836 i cittadini svizzeri costituivano ancora l’89% della popolazione di Zurigo, mentre nel 1888 il tasso era sceso al 78%.

Zurigo diventa attrattiva solo nel XX secolo
Le condizioni di vita nelle città migliorarono con l’inizio del XX secolo, grazie all’illuminazione pubblica, alle migliori condizioni di lavoro che resero possibile il tempo libero e alle strutture sanitarie. Zurigo diventò così più attrattiva anche per la popolazione rurale - soprattutto dopo che gli Stati Uniti introdussero restrizioni all’immigrazione. L’immigrazione internazionale, al contrario, fu frenata dalla nascita degli Stati nazionali, dall’introduzione dei passaporti in Europa e dalle le due guerre mondiali. La fine della Seconda Guerra mondiale portò un nuovo afflusso di lavoratori dall’estero, che aiutarono la città di Zurigo a crescere economicamente.

Zurigo 100 anni fa come oggi Addis Abeba
La situazione che si osservava un secolo fa nella città sulla Limmat è analoga a quella che si osserva ora nelle città dell’Africa subsahariana. “Ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, il tasso di fertilità è sceso rapidamente a due figli per donna. A lungo termine, come Zurigo, anche queste città dipenderanno dall’immigrazione per rinnovare la loro popolazione”, dice Lerch.

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