
Un chilo di prosciutto bio costa ai produttori il 40% in più di un chilo di prosciutto tradizionale. Al bancone della macelleria, però, la differenza si fa sentire molto ma molto di più: il divario infatti sale al 273%. Una differenza che, chiaramente, spinge i consumatori a infilare nel carrello prodotti meno attenti al benessere degli animali. L’unica soluzione, secondo le società di protezione animali elvetiche, è trovare un accordo tra i distributori perché rinuncino a questi margini accresciuti sulla carne biologica e le discussioni con i dettaglianti sono in corso da mesi. La Commissione federale sulla concorrenza (Comco), però, boccia il progetto e, come anticipa oggi il TagesAnzeiger, potrebbe sanzionare le aziende che dovessero accettare questo sistema di prezzi etici, secondo i regolatori del mercato si tratterebbe infatti di una violazione delle norme sui cartelli.
Una presa di posizione, quella della Comco, che viene definita dagli animalisti “un duro colpo” al tentativo di rendere più sostenibile l’allevamento. In Svizzera, dove ogni anno vengono macellati 83 milioni di animali, soltanto il 12% della carne prodotta rispetta i criteri che le garantiscono un’etichettatura etica.
Anche i distributori, interpellati dal TagesAnzeiger, sono divisi sul tema: se alcuni dettaglianti si dicono possibilisti, altri ritengono di fare già abbastanza per promuovere prezzi equi anche nel settore del biologico.
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