
Il coronavirus si sta ancora diffondendo in Svizzera, ma il paese è uscito dalla modalità crisi revocando quasi tutte le misure: alcuni partiti, cantoni e l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) auspicano ora che la gestione della crisi sia oggetto di analisi.
L’UFSP ha deciso lo scorso giugno che la gestione della crisi del coronavirus doveva essere valutata esternamente. La pianificazione della pandemia, così come l’utilità e l’efficacia delle misure sanitarie adottate devono essere esaminate dagli uffici di valutazione Interface e Infrage in collaborazione con rappresentanti delle Università di Lucerna e Ginevra. L’analisi deve permettere di trarre insegnamenti dalla pandemia, riferisce la SonntagsZeitung, basandosi su quanto indica il sito web di Interface.
Il cantone di Zurigo ha già fatto valutare esternamente la sua “gestione della crisi del Covid-19“ per i primi mesi della pandemia del 2020. La valutazione è giunta alla conclusione che il governo e l’amministrazione erano per la maggior parte impreparati di fronte a una pandemia di questa portata - ma sono stati in grado di prendere rapidamente misure appropriate ed efficaci.
Numerose altre analisi e studi simili sono attualmente in preparazione, nota la SonntagsZeitung. Citata nel domenicale, la consigliera nazionale Ruth Humbel (Centro/AG) ha dichiarato che questa revisione è importante. Ma teme che, visto il gran numero di analisi, la visione d’insieme e la messa a fuoco potrebbero perdersi.
Da parte sua l’UDC critica le valutazioni commissionate dall’UFSP. Secondo il partito di Marco Chiesa, sono in linea con il committente e chiede quindi l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta (CPI).
Una CPI potrebbe indagare in modo indipendente sui preparativi per la pandemia, sull’approvvigionamento di mascherine e vaccini e su altri aspetti come l’uso e la distribuzione dei fondi di aiuto, secondo il presidente del gruppo parlamentare UDC, Thomas Aeschi.
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