
La vaccinazione obbligatoria non può essere esclusa categoricamente. Lo ha ribadito il consigliere federale e futuro presidente della Confederazione Ignazio Cassis durante un’intervista rilasciata oggi ai giornali Tamedia.
Le vaccinazioni sono uno degli strumenti di maggior successo nella storia della medicina, ha sottolineato il ministro degli esteri. “In questo modo sono state debellate malattie gravi come il vaiolo e la poliomielite”. Per Cassis tuttavia l’obbligo di vaccinazione contro il coronavirus non è al momento giustificato dalla situazione, non sarebbe una misura proporzionata. L’obbligo – ha spiegato l’ex medico cantonale ticinese - comporterebbe una forte restrizione della libertà personale. Ciononostante, se i decessi nel nostro paese dovessero aumentare improvvisamente e bruscamente, si dovrebbe pensare alla vaccinazione obbligatoria come ultima risorsa.
Cassis ha poi ammesso che in Svizzera le vaccinazioni di richiamo dovrebbero essere effettuate più velocemente e che il Consiglio federale – in vista di domani - sta valutando attentamente ogni misura per arginare l’avanzata del coronavirus, non solo basandosi su aspetti medici, ma valutando anche l’impatto sociale delle proprie decisioni.
Grazie al suo passato di medico cantonale, Cassis ha imparato a dare prova di pazienza nei confronti delle persone scettiche riguardo alla puntura. Tuttavia, i non vaccinati rappresentano al momento oltre il 70% dei pazienti colpiti dalla malattia, rimarca il consigliere federale.
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