
Le elezioni di oggi in Consiglio federale hanno dato un chiaro segnale di stabilità, continuità e concordanza fra i vari partiti in governo. La formula magica relativa alla distribuzione dei seggi è stata infatti mantenuta, con la soddisfazione di tutti i partiti, esclusion fatta per i Verdi che non si sono aggiudicati un seggio. Il vicedirettore del Corriere del Ticino Gianni Righinetti ha raccolto le voci della Deputazione ticinese a Berna a seguito dei risultati.
Storni: "I Verdi a Berna? Una missione impossibile"
“È andata un po’ come previsto, non mi aspettavo grandi cambiamenti anche perché a Berna c’è stabilità", sostiene Bruno Storni, consigliere nazionale socialista. E la rielezione di Elisabeth Baume-Schneider (PS) fra i consiglieri federali ne è una conferma, “anche se è fortemente attaccata dall’UDC, ma verso i consiglieri federali socialisti è sempre stato così”. Oltre a Baume-Schneider, è stato eletto uno dei due nomi presenti sul ticket socialista, ovvero Beat Jans, “il candidato con più esperienza, che ha fatto una buona elezione". Un risultato ottenuto al terzo turno, mentre Daniel Jositsch – "il candidato che non piaceva al PS" – si è piazzato secondo. Solo terzo Jon Pult, il secondo nome presente sul ticket: qualcosa non ha quindi funzionato? “Non ha funzionato perché Jositsch non è stato trattato bene dalla sua sezione. Non metterlo sul ticket non è stata una decisione giusta, ma la maggioranza nel nostro gruppo conta. Eleggendolo, per la destra è stata sicuramente un’occasione per darci una pedata negli stinchi”. Dall’altro lato i Verdi potrebbero dire che la pedata negli stinchi l’hanno ricevuta loro, e proprio dai socialisti. Il PS ha infatti deciso di non sostenerli, con la possibile messa a repentaglio dell’alleanza rosso-verde. Per Storni, tuttavia, "non ci saranno strascichi, anche perché mettere un verde in consiglio federale è una missione impossibile. Vederli in Consiglio federale sarebbe piaciuto anche a me, ma bisogna essere realisti: i numeri non c’erano, quindi questa candidatura – anche un po’ improvvisata e con un solo candidato – non ha scaldato gli animi, soprattutto dalla nostra parte. Il candidato aveva addirittura meno chances di quelle che aveva Regula Rytz quattro anni fa. Il sostegno da parte del nostro gruppo è infatti stato minimo”, ha concluso il consigliere nazionale socialista.
Gysin: “Abbiamo assistito a una dimostrazione di potere”
Il tentativo di attacco da parte dei Verdi al seggio di Ignazio Cassis non è andato a buon fine. Un attacco, precisa la deputata dei Verdi Greta Gysin, non rivolto direttamente al consigliere federale ticinese, bensì “al secondo seggio liberale. Il PLR è sovrarappresentato in Governo”, sostiene l'ecologista. Oggi, secondo Gysin, “abbiamo assistito a una dimostrazione di potere, a una forte volontà di mantenete il potere da parte dei partiti che siedono in Consiglio federale. Comprensibile forse sul corto termine, dal loro punto di vista, ma non credo sia nell’interesse della Svizzera e dell’elettorato”. I 'cugini' socialisti hanno deciso di non sostenere l’attacco ecologista al secondo seggio liberale. Cosa succederà adesso? “Non penso che a livello tematico ci saranno delle conseguenze, dato che abbiamo sempre lavorato bene con il PS”, risponde Gysin. Tuttavia “credo che la decisone odierna dei socialisti di difendere il cartello del potere che siede in Governo avrà giocoforza delle conseguenze sulla nostra collaborazione. Non so dire di che tipo, ma negli ultimi anni noi ci siamo sempre comportati in maniera trasparente, sostenendo il PS quando aveva bisogno. Oggi questo invece non è successo. Evidentemente ci saranno delle conseguenze”.
Fonio: "Nessun partito ha voluto mettere in discussione i seggi"
Per Giorgio Fonio (Il Centro) è stata la prima occasione per votare il nuovo Consiglio federale. L’emozione più grande riguardava questo voto oppure la rielezione della propria consigliera federale Viola Amherd? “Essere qui a Berna e poter votare il nostro Governo è stata un’emozione molto forte. C'è sicuramente soddisfazione anche per la rielezione di Amherd con oltre 100 voti. È una consigliera federale apprezzata anche dalla popolazione e il voto di oggi ne è la conferma. Stessa cosa per quanto riguarda l’apprezzamento dall’Assemblea federale nei suoi confronti”. In merito al tentativo dei Verdi di portare un proprio consigliere federale e quindi scardinare la formula magica, secondo Fonio c'erano poche chances. "Non ho avuto grandi sensazioni che il candidato verde potesse riuscire a raggiungere il Consiglio federale, anche perché oggi tutti i partiti presenti i governo hanno parlato di stabilità e concordanza. Inoltre, se c’è un partito che oggi poteva ambire al secondo seggio era Il Centro, che alla luce degli ultimi risultati elettorali ha superato il partito liberale radicale. Ma nel segno della stabilità e della concordanza, il presidente Gerhard Pfister e il capogruppo Philipp Matthias Bregy hanno indicato che non sarebbe stato attaccato il seggio PLR, quindi risulta ancora più difficile l’attacco dei Verdi”.
Farinelli su Cassis: "Miglior risultato possibile"
“La rielezione di Ignazio Cassis era attesa e devo dire che il risultato è stato ottimo”, dice soddisfatto il consigliere nazionale PLR Alex Farinelli, secondo cui, tenendo anche conto anche dell'attacco dei Verdi, il risultato ottenuto "era il migliore possibile". Sulla base di quanto deciso oggi a Berna, c’è chi potrebbe approfittare del fatto che socialisti e verdi sembrino essere in combutta: uno scenario che vedrebbe il fronte borghese – PLR compreso – trarne un certo beneficio. “Quello che succede in casa verdi e socialisti a me interessa poco", risponde Farinelli. "Per me era chiaro fin dall’inizio che c’erano delle regole del gioco, a cui i socialisti si sono attenuti. Abbiamo poi capito che dovevano comunque dare un contentino anche ai loro alleati, e quindi qualche voto socialista è andato al candidato Gerhard Andrey. Quanto uscito oggi dall’Assemblea federale è però un segnale molto chiaro sia verso la stabilità sia verso le minoranze linguistiche”. Per Farinelli far fuori Cassis “sarebbe stata la messa in discussione del seggio di una minoranza linguistica, ma il forte segnale dell’Assemblea era chiaro: non vogliamo metterlo in discussione”.
Gianini: "Cassis oltre le aspettative"
La votazione di Karin Keller-Sutter ha visto ben 176 voti, mentre quella di Cassis 167. Un punteggio sicuramente ottimo per il ticinese, ma deludente rispetto alle aspettative quello di Keller-Sutter. Un pensiero condiviso anche dal consigliere nazionale PLR Simone Gianini, secondo il quale “il risultato di Cassis è andato oltre le aspettative, mentre per Keller Sutter questo non si è verificato. Bisogna però ammettere che l’attacco diretto al seggio PLR, quindi ai due seggi che abbiamo in Consiglio federale, ha fatto sì che i nostri due consiglieri federali non facessero il risultato più brillante della giornata. Il nostro partito ha inoltre chiesto e ottenuto che tutti si attengano alle regole non scritte della concordanza e della formula magica, che va rispettata, in modo che tutti i candidati facessero delle ottime votazioni, penso in particolare a Guy Parmelin”. Quello che è essenziale per il PLR è che il partito mantenga due seggi in Consiglio federale: un obiettivo al momento mantenuto, che dà sollievo a un partito che non era andato così bene nelle elezioni federali.
Quadri: “Cassis? Meno peggio di un verde”
“Rimango critico nei confronti di Ignazio Cassis, ma è meno peggio di un verde. Un ecologista al posto di un PLR, un terzo esponente di sinistra, non era un’opzione”. Così il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri ha commentato la riconferma del ticinese nell’Esecutivo. Ampliando il discorso sulla votazione di oggi, la decisione dei socialisti di non sostenere i Verdi nel loro attacco al secondo seggio liberale potrebbe creare tensioni nell’area rossoverde, a vantaggio del Gruppo UDC. “Bisognerà vedere se queste rotture sono vere o di facciata, per fare scena”, commenta Quadri. “La situazione è ancora un po’ da valutare. È chiaro che se il fronte di sinistra si frammenta, quello di ‘destra’ ha da guadagnarci e questo a tutti i livelli istituzionali”.
Regazzi: “Al prossimo seggio vacante cercheremo di riconquistarlo”
Il Centro ha mantenuto la sua promessa. Negli scorsi giorni il partito aveva ribadito a più riprese che non sarebbe andato all’attacco del seggio di Ignazio Cassis e così è stato. “Che siamo affidabili spero non sia una sorpresa, lo abbiamo dimostrato anche in passato”, commenta il consigliere agli Stati centrista Fabio Regazzi. Ma se questa elezione è andata così, “alla prossima vacanza di uno scranno liberale radicale è probabile che, se i presupposti saranno dati, noi cercheremo di riconquistare il secondo seggio”. Non si attacca infatti la poltrona di un ‘ministro’ che si ripresenta, “per una questione di stabilità e perché abbiamo visto in passato cosa succede, ma alla prossima vacanza questa regola, ovviamente, non ci sarà più”, conclude Regazzi.
Chiesa: "I voti dell'UDC hanno garantito la stabilità del Paese"
Per l’UDC è andato tutto liscio, con entrambi i suoi due consiglieri federali rieletti. Una strada quindi in discesa per i democentristi che in merito alla successione di Berset si erano raccomandati di votare i due nomi socialisti presenti nel ticket. Una raccomandazione rispettata? Per il consigliere agli Stati UDC Marco Chiesa “il partito ha garantito la stabilità del Paese con un voto di concordanza tramite il sostegno a quelli che sono i consiglieri federali uscenti. Credo che anche i risultati di Guy Parmelin e Albert Rösti testimoniano fra le varie cose la bontà del loro lavoro, con dati in crescita per quanto riguarda il loro apprezzamento in Assemblea federale. Quindi non posso che essere contento per loro e felice per il partito”.