
Il controprogetto diretto all'Iniziativa sulla neutralità, promosso dal Consiglio degli Stati, è oggetto di forti controversie in Parlamento. La proposta dei "senatori" non divide infatti solo i partiti di destra e sinistra, ma una spaccatura si denota anche all'interno del campo borghese. L'iniziativa popolare - la cui denominazione ufficiale è "Salvaguardia della neutralità svizzera (Iniziativa sulla neutralità)" - lanciata da Pro Svizzera e alcuni esponenti dell'UDC - chiede che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo in caso di attacco diretto contro il Paese. Inoltre, il testo depositato nell'aprile del 2024 prevede di ancorare nella Costituzione federale una definizione di neutralità e che Berna rinunci a qualsiasi sanzione nei confronti di Stati belligeranti (al contrario di quanto avvenuto con la Russia a seguito della guerra contro l'Ucraina). A giugno, la Camera dei Cantoni ha respinto a larga maggioranza l'iniziativa popolare reputandola troppo rigida, apponendole tuttavia un controprogetto diretto, mentre il Consiglio federale si è detto contrario sia all'iniziativa che al controprogetto. Durante la sessione estiva la maggioranza dei "senatori" si è detta contraria all'introduzione a livello costituzionale di un divieto di sanzioni, ma vuole sancire tuttavia nella "Magna Carta" il principio della "neutralità permanente e armata". A parere della Camera dei Cantoni, applicare una neutralità flessibile, nel quadro delle disposizioni del diritto internazionale vigente, è fondamentale soprattutto nell'attuale contesto globale.
"Neutralità light"
I promotori di Pro Svizzera dal canto loro definiscono il controprogetto del Consiglio degli Stati una sorta di "neutralità light" che non crea alcuna base costituzionale chiara lasciando spazio a interpretazioni e ulteriori "violazioni della neutralità". In particolare, l'assenza di un divieto esplicito di sanzioni renderebbe di fatto la Confederazione una parte in conflitto. Senza tale divieto, la Svizzera potrebbe "continuare ad adottare misure coercitive economiche e diplomatiche", come avvenuto nel 2022 nei confronti di Mosca. L'azione di Berna contro la Russia, sostengono i promotori, avrebbe minato la credibilità della Svizzera e la propria veste di mediatrice. Inoltre, mancherebbero chiare delimitazioni nei confronti delle alleanze militari. Anche l'UDC respinge il controprogetto nella sua forma attuale definendolo "generico" e dal "carattere strumentale". In una presa di posizione ufficiale pubblicata qualche giorno fa, il partito critica la "flessibilità interpretativa" del testo sostenuto dalla Camera dei Cantoni e parla di "erosione della credibilità come Stato neutrale da ristabilire".
L'alleanza interpartitica resta prudente
L'Alleanza Sicurezza Svizzera - formata da rappresentanti del Centro, dell'UDC e del PLR - non si è esposta e non ha preso posizione in modo approfondito a proposito né sull'Iniziativa né sul controprogetto. Interpellata dall'agenzia Keystone-ATS, l'organizzazione interpartitica ha dichiarato di non aver partecipato alla consultazione. L'Alleanza si dichiara tuttavia "chiaramente a favore della neutralità armata". Questa "prudenza" rispecchia la spaccatura all'interno del Parlamento sulla questione, dal momento che l'Alleanza riunisce esponenti del campo borghese che siedono nel Consiglio nazionale e nel Consiglio degli Stati.
Per PS e PVL è un testo "superfluo"
A sinistra, invece, il Partito socialista considera il controprogetto diretto "superfluo e controproducente". La sua elaborazione suggerirebbe erroneamente l'esistenza di una necessità di riformare il concetto di neutralità. Un'operazione non necessaria secondo il PS. Una regolamentazione rigida a livello costituzionale "priverebbe alla neutralità elvetica quel carattere dinamico, malleabile e adattabile alla situazione". Anziché evitare un pericoloso isolamento, il controprogetto potrebbe, secondo il PS, portare "a sottoporre al voto due proposte sulla neutralità, dando inutilmente slancio all'Iniziativa e rendendo ancora più discutibili i suoi obiettivi centrali". Dal punto di vista dei contenuti, il controprogetto risulta quindi superfluo: "La Svizzera non ha bisogno di una nuova disposizione costituzionale per dimostrare la propria neutralità. Al contrario, una simile codificazione restringerebbe gli attuali margini di manovra", avvertono i socialisti. La neutralità, sottolinea il partito, rappresenta uno strumento di politica estera e di sicurezza che deve rimanere flessibile. Anche i Verdi liberali (PVL) si oppongono sia all'Iniziativa che all'idea dei "senatori". Secondo il PVL anche il controprogetto ridefinirebbe la neutralità a livello costituzionale, limitando così la tutela degli interessi della Svizzera. "La storia negli ultimi 175 anni ha saputo dimostrare che la Confederazione ha applicato la neutralità in modo diverso a seconda del contesto politico", sostengono i Verdi liberali. Inoltre, una modifica costituzionale in tal senso verrebbe percepita all'estero come un riposizionamento politico. Il fatto di sostenere sanzioni economiche contro gli aggressori, come nel caso della Russia, è "espressione dei nostri valori e dei nostri interessi di politica di sicurezza", scrive il partito.
Dossier passa al Nazionale
La Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) ha deciso di avviare la fase di consultazione sul controprogetto diretto deciso dalla Camera dei Cantoni nel corso della sessione estiva. L'organo parlamentare ha esaminato varie proposte di controprogetto indiretto e vagliato alcune integrazioni o modifiche su quanto votato dal Consiglio degli Stati, decidendo infine di avviare la fase di consultazione per il solo controprogetto diretto. Il Consiglio federale si è espresso a favore del respingimento dell'iniziativa senza controprogetto. Il dossier passa ora alla Camera del popolo.
