
Gli impianti idroelettrici e le centrali a gas devono essere maggiormente protetti da investitori esteri. Lo ha ribadito oggi il Consiglio nazionale approvando un progetto di legge per 120 voti a 67, frutto di un'iniziativa di Jacqueline Badran (PS/ZH). Gli Stati, che dovranno pronunciarsi di nuovo, nel febbraio scorso non erano entrati in materia. A nome della commissione, Jon Pult (PS/GR), ha fatto notare che, in alcuni Paesi, gli investimenti nelle infrastrutture energetiche sono strettamente controllati dallo Stato. È quindi nell'interesse pubblico fondamentale della Svizzera, ha aggiunto, fare qualcosa, soprattutto in considerazione delle tensioni sulla sicurezza dell'approvvigionamento.
I differenti pareri
Per Gabriela Suter (PS/AG), la cessione ad acquirenti stranieri di centrali idroelettriche, impianti di trasporto di carburante e gas, reti elettriche e centrali nucleari dovrebbe essere consentita solo a condizioni rigorosamente definite. Il Consiglio federale sarebbe responsabile del rilascio delle autorizzazioni. Il nuovo sistema si applicherebbe solo in futuro. Le persone all'estero che già detengono azioni di una centrale idroelettrica o nucleare non sarebbero interessate. PLR, Centro e Verdi liberali hanno criticato il progetto. Nicolò Paganini (Centro/SG) ha sottolineato che la "lex Koller" era prevista a livello cantonale, mentre ora tale norma viene elevata a livello nazionale. Per Susanne Vincenz-Stauffacher (PLR/SG) si tratta di un attacco alla libertà economica.
La posizione del Governo
Anche il Consiglio federale è contrario al progetto. È certamente necessario rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, ma la "lex Koller" non è mai stata creata per questo scopo, ha dichiarato il ministro di giustizia e polizia, Beat Jans. Oltre a ciò, il Parlamento ha già incaricato il Consiglio federale di creare una base legale per il controllo degli investimenti diretti dall'estero.
