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Inflazione presto negativa in Svizzera? Ecco le conseguenze
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Keystone-ats
17 ore fa
Ecco la risposta alle principali domande che ci si può porre sul tema.

Nel mese di aprile l'inflazione - cioè la crescita dei prezzi al consumo su base annua - si è attestata allo 0,0% in Svizzera (è notizia di questa settimana, lunedì) e non è escluso che nei prossimi mesi il dato possa passare in territorio negativo. Ecco la risposta alle principali domande che ci si può porre sul tema:

1) C'è mai stata deflazione in Svizzera?
Sì, diverse volte, non è un fenomeno straordinario. Il rincaro è stato negativo l'ultima volta fra febbraio 2020 e marzo 2021, con un minimo di -1,3% nel maggio e nel giugno del 2020, quando la pandemia ha avuto un impatto negativo sull'economia globale. Un'altra fase prolungata di inflazione negativa era stata osservata in precedenza tra ottobre 2011 e novembre 2016, con il valore più basso nell'agosto 2015 , -1,4%: erano i tempi della crisi del debito nell'Eurozona e dall'abbandono del tasso di cambio minimo euro/franco. Ma inflazione sotto lo zero c'è stata anche nel 2009, o nel 2011-2012. Se poi si risale indietro molto negli anni si trovano diversi altri periodi con prezzi in calo: il valore più incisivo, -8,6%, è del novembre 1932.

2) L'inflazione negativa è associata a tassi di interesse di riferimento negativi?
Può esserlo. Uno dei compiti della Banca nazionale svizzera (BNS) è quello di garantire la stabilità dei prezzi, che l'istituto definisce come un rincaro compreso tra lo 0 e il 2%. La BNS può influenzare l'inflazione non da ultimo con il tasso guida: se essa aumenta, la banca centrale alza l'indicatore di riferimento per rallentare la tendenza, se i prezzi scendono, lo abbassa.

3) Che effetto ha la deflazione sul potere d'acquisto?
Fondamentalmente positivo, perché la deflazione abbassa i prezzi dei prodotti e dei servizi consumati, aumentando il potere d'acquisto reale dei consumatori.

4) Allora perché questo è però considerato negativo dai fautori di un'economia capitalistica?
Un calo dei prezzi comporta il rischio di un calo della domanda. Questo perché la flessione può indurre i consumatori a ridurre le spese, nella speranza di beneficiare di prezzi ancora più bassi in futuro, Questo tende a trasformare una situazione di deflazione in una situazione di recessione, che può a sua volta portare a un calo dell'occupazione, dei salari e del potere d'acquisto.

5) Ci si deve allarmare?
Al momento gli economisti non ne vedono il motivo. In particolare, sottolineano che la maggior parte dei beni che causano deflazione sono attualmente importati. Il rincaro interno rimane positivo e finché sarà così non ci sarà una deflazione su larga scala.

6) Cosa succederà con gli affitti?
Dal 2008 le pigioni in Svizzera sono legati al tasso di interesse di riferimento, pubblicato trimestralmente dall'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB). L'indicatore è calcolato sulla base dei crediti ipotecari. Una riduzione del tasso guida della BNS porta a una flessione dei tassi d'interesse ipotecari e, in teoria, apre la strada a un calo degli affitti. Il sistema è caratterizzato però da grande inerzia, poiché il tasso di interesse di riferimento cambia solo molto lentamente.

7) Quale è l'impatto sui proprietari di casa?
Il livello dei tassi ipotecari delle banche commerciali dipende anche dal tasso guida della BNS; un suo abbassamento riduce il costo dei prestiti. Poiché la maggior parte dei mutui viene stipulata per una durata fissa di diversi anni i debitori non beneficiano immediatamente di tassi in calo, bensì solo al momento della rinegoziazione del credito. Le banche commerciali applicano inoltre un sovrapprezzo di 100-120 punti base (cioè circa 1 punto percentuale) sui tassi di interesse del mercato monetario a breve termine. In pratica è quindi difficile aspettarsi tassi di interesse ipotecari inferiori all'1% per mutui a 10 anni.

8) E i risparmi?
Un tasso guida BNS basso o addirittura negativo porta anche a tassi di interesse molto bassi sui depositi bancari. Questo è voluto: chi ha in mano i cordoni della borsa vuole che i privati investano e consumino di più per stimolare l'economia. Nel frattempo tassi di interesse meno interessanti o addirittura negativi incoraggiano le persone ad assumere maggiori rischi, ad esempio investendo in azioni.